Prende il nome di Tullia Calabi Zevi il Centro bibliografico dell’ebraismo italiano
Il ricordo di una donna forte e decisa, ma aperta al dialogo, alle culture e alle idee diverse, una persona sicura di poter convincere gli altri con la parola.
Questo è il quadro emerso sulla personalità di Tullia Zevi z.l. scomparsa nel gennaio scorso e ricordata al Centro bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche in una serata organizzata in sua memoria.
Il presidente UCEI Renzo Gattegna ha accolto i partecipanti e introdotto gli interventi. Tutti gli intervenuti, il già vicepresidente UCEI Dario Tedeschi, il professore Josè Luis Gotor, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi e la psicanalista Silvia Rosselli, hanno raccontato le loro impressioni e i loro ricordi legati alla figura della “signora degli ebrei italiani”, per prendere a prestito l’appellativo a lei attribuito nella video intervista di Sorgente di Vita, proiettata in apertura della serata.
Gotor, docente universitario e collega all’Ansa della Zevi e la Rosselli, figlia di Nello ucciso insieme al fratello Carlo in Francia dai fascisti, hanno evidenziato attraverso il racconto di alcuni commoventi aneddoti, la grande disponibilità all’accoglienza e all’ospitalità, la certezza delle sue convinzioni, ma al contempo la facilità con cui chiedeva consiglio. Con lei entrambi avevano instaurato un rapporto di amicizia profonda, di mutuo scambio e supporto in progetti culturali comuni e nell’affrontare alcune delle difficoltà della vita.
A ricordarla con affetto sono stati anche Riccardi, e, in un video, Oscar Luigi Scalfaro (che, come Presidente della Repubblica, la insignì dell’onorificenza di Cavaliere di Gran croce): entrambi hanno parlato di lei come di una donna cordiale, semplice, ma elegante, una “donna grande, ma senza potere”, che è diventata la “signora dell’ebraismo italiano”, grazie alla sua saggezza e all’”umanesimo ebraico”.. Una donna laica e di sinistra che però non mancava di citare la Bibbia e trarre forza dalle nostre tradizioni per rielaborarle nella promozione del ruolo della donna e della “sorellanza” (ispirandosi a quella “fratellanza” citata nei Salmi).
Più tecnico, ma non meno elogiativo e toccante, l’intervento di Dario Tedeschi che della Zevi fu vicepresidente all’UCEI e ha ricordato i numerosi progetti “tesi a durare nel tempo” di cui la Zevi è stata protagonista e spesso anche promotrice: il Centro bibliografico stesso, infatti, è nato grazie a lei, realizzato durante la sua presidenza con un finanziamento della Regione Lazio per la ristrutturazione di luoghi culturali aperti al pubblico; poi l’Intesa con lo Stato dalla quale è nato successivamente un protocollo analogo anche con la Regione Sicilia, la ridefinizione dell’ora di religione nelle scuole a difesa delle minoranze non cattoliche; la commissione Anselmi per far luce sull’entità delle spoliazioni operate dal fascismo. La Zevi non si fermò nemmeno davanti alle suore carmelitane intenzionate a usare Auschwitz come luogo di preghiera cattolica e giunse a un accordo con alti prelati polacchi per spostare il convento fuori dalla recinzione del più grande cimitero ebraico d’Europa. Un’attività instancabile che non è venuta meno neanche negli ultimi anni, quando si adoperò nel contattare giornalisti ed esponenti vari per chiedere aiuto nel pubblicizzare il contributo dell’otto per mille, ottenendo l’entusiasta adesione di Enrico Mentana e Gad Lerner come testimonial televisivi.
A conclusione della serata il presidente Gattegna ha annunciato la volontà del Consiglio UCEI di intitolare il Centro bibliografico a Tullia Calabi Zevi.
Elena Lattes