Qui Milano – Una serata per l’Unità d’Italia

“Ci siamo accorti che il 16 marzo era il giorno prima del 17 marzo e così abbiamo deciso che potevano approfittarne” scherza Daniele Cohen, assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano, parlando della serata che la Comunità milanese, insieme al dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dedica oggi al tema dell’Unità d’Italia e alla festa dell’identità nazionale che vede in prima fila la minoranza ebraica italiana.
Poi però torna ai problemi concreti: “Sul tema del rapporto tra ebraismo italiano e unificazione nazionale si è detto molto, a partire dal discorso che rav Riccardo Di Segni tenne durante lo scorso Kippur (poi pubblicato sul Portale dell’ebraismo italiano moked.it)”, sottolinea. Dopo l’intervento del rabbino capo di Roma sono state molte le voci dell’ebraismo italiano che hanno contribuito al dibattito. Così è nata l’idea di dedicare l’incontro, che è ormai un appuntamento fisso per tantissimi iscritti della Comunità, proprio a “Gli ebrei e l’Unità d’Italia. Ebrei per caso, per necessità o per scelta?”, con gli interventi del direttore del DEC rav Roberto Della Rocca e di intellettuali impegnati in prima fila in campo ebraico, come i professori Dario Calimani e Ugo Volli, in un dibattito moderato dal giornalista Guido Vitale, che coordina i dipartimenti Informazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“Sul modello della serata organizzata in occasione del Giorno della Memoria, abbiamo pensato che potesse essere utile un momento di riflessione ‘in casa’ sulle domande che, come ebrei italiani, possiamo porci di fronte a questa ricorrenza – aggiunge ancora l’assessore – poi naturalmente spetterà ai relatori scegliere come svolgere l’argomento”.
L’iniziativa frutto della collaborazione tra Comunità milanese e DEC è giunta ormai al suo quinto appuntamento. La formula buffet e dibattito si è rivelata vincente, con una partecipazione del pubblico sempre viva e piuttosto numerosa. “Il bilancio è molto positivo – conferma Cohen – soprattutto perché penso che abbia portato persone diverse a ritrovarsi in Comunità nel rispetto delle differenze, ma anche in nome di un denominatore in comune fra noi ebrei italiani, che è molto più forte di quello che si potrebbe credere”.

Rossella Tercatin