Qui Firenze – Tutti insieme per la Notte Tricolore
Grande coinvolgimento nei centri ebraici della Toscana alla Notte Tricolore che ha anticipato i festeggiamenti odierni per i 150 anni di unità italiana. Nell’occasione le sinagoghe di Firenze e Siena sono state aperte al pubblico per celebrare lo storico avvenimento e ricordare il contributo dato dalla minoranza ebraica ai moti risorgimentali e alla costruzione di una identità nazionale fondata su pari diritti e opportunità per tutta la cittadinanza. In una comunità ornata a festa, con un drappo biancorossoverde appeso all’ingresso sin dal primo pomeriggio, i visitatori fiorentini sono stati accolti dalla vicepresidente della Comunità ebraica Daniela Misul e guidati alla scoperta della monumentale sinagoga di via Farini, simbolo più evidente dell’avvenuta emancipazione ebraica il cui primo progetto risale proprio al periodo di Torino capitale, lungo un percorso di parole ed emozioni che ha ricostruito la partecipazione dell’ebraismo italiano agli eventi che portarono all’Unità. In apertura da registrare gli interventi della direttrice del Museo ebraico Dora Liscia Bemporad e del referente della Regione Toscana per il Centocinquantenario Ugo Caffaz.
Anche l’ebraismo senese ha voluto aderire al clima di festa. Nel matroneo della sinagoga di vicolo delle Scotte facevano bella mostra di sé una grande bandiera italiana dell’antica Università israelitica di Siena vicino ad un vessillo più piccolo con la scritta ebraica Zion appartenente al locale circolo sionistico di inizio Novecento. Ad inaugurare l’incontro la lettura da parte di Anna Di Castro di due preziose fonti d’archivio. La prima è il verbale della seduta straordinaria del consiglio dell’Università israelitica di Siena che si tenne il12 marzo 1861 per stabilire la festa da farsi nel tempio e nell’area del ghetto per la proclamazione del re d’Italia. La seconda risale al 1860 ed è il testo di un avviso pubblicato all’interno del tempio per commemorare lo Statuto Albertino del 1848 in cui con molto pathos si fa riferimento alle “genti d’Italia che ancora gemono” per la mancata libertà e in cui si sottolinea il valore dell’unità per la conquista dell’indipendenza. Fulcro della serata senese l’excursus storico-artistico di Elena Casotto che ha illustrato le figure di alcuni pittori ebrei italiani che abbandonati i pennelli scelsero di arruolarsi per la patria. Casotto ha approfondito la loro partecipazione ai moti risorgimentali ed evidenziato in che modo l’esperienza sui campi di battaglia e il nuovo stato di ebrei emancipati abbiano inciso sulle loro scelte artistiche.
Adam Smulevich