…talenti

L’Aspen Institute Italia, presieduto da Giulio Tremonti, ha organizzato giorni fa a Villa d’Este sul Lago di Como la terza conferenza del ciclo I protagonisti italiani nel mondo. Erano presenti oltre 80 italiani noti che operano fuori dall’Italia ad alto livello nei campi della ricerca scientifica, della cultura e delle arti, dell’imprenditoria, e delle orgnizzazioni internazionali. L’Italia è un paese esportatore di talenti e condivide con molte altre nazioni sviluppate o in via di sviluppo il problema della “fuga dei cervelli”. D’altra parte gli italiani all’estero, specialmente quando si tratta di quadri d’élite, molto contribuiscono ad elevare il prestigio e l’immagine dell’Italia agli occhi dei locali. Al convegno ci siamo interrogati su come la diaspora italiana possa meglio contribuire allo sviluppo dell’Italia, e su quali siano le vie per aiutare il rientro e la re-integrazione dei talenti espatriati. Il problema non è semplice perché dal confronto fra le esperienze accumulate altrove e le possibilità di lavoro esistenti in Italia emerge che certe abitudini culturali profondamente radicate nella penisola rappresentano un ostacolo insormontabile. Troppo spesso i meriti reali vengono subordinati a considerazioni, vincoli e protezionismi di altro genere, mentre si preferisce il successo nello stretto ambito locale a una internazionalizzazione delle idee e delle carriere che è essenziale per riuscire nella sfida con altre società contemporanee. E questo ha ridotto la competitività del sistema Italia sul piano globale. Questo nuovo progetto Aspen di interesse nazionale apre un nuovo serio discorso sul futuro dei rapporti fra l’Italia e la sua diaspora che ricorda da vicino e attualizza l’antico e tutto sommato simile discorso sulla diaspora ebraica.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme