Imbarazzo e tornaconto

Dovrebbe oggi sentirsi in imbarazzo chi ha preteso di interpretare i rapporti tra l’Occidente e il mondo arabo attraverso lo schema dello scontro di civiltà. Tanto più che, proprio in Italia, i leader politici che hanno agitato questo spettro sono stati fino a qualche ora fa gli amici fidati di logori e spietati dittatori. Non aver visto il bisogno di democrazia, l’urgenza dei diritti umani, la richiesta di cambiamento mostra quanto sia miope e deleterio ragionare attraverso vecchi schemi per riflettere su nuove realtà. Il rischio è di guerreggiare con fantasmi, se non addirittura di finire grossolanamente da una parte sbagliata: quella del tiranno piuttosto che del suo popolo.
L’altra faccia della medaglia è un terzomondismo che, pur di innalzare il proprio vessillo consunto, spiega tutto con il determinismo dell’interesse e non esita a sostenere o a farsi sostenere da regimi tutt’altro che democratici (un buon esempio è quello di Chavez).
Che dire poi della irresponsabile indifferenza che pensa al tornaconto meschino di casa propria, una casa da difendere dallo straniero?
Nell’accelerazione degli eventi sarebbe più che mai necessario lo sforzo di riflettere in modo nuovo e soprattutto di imparare a distinguere. Perché l’esercizio prudente e accorto della distinzione è certo uno dei fondamenti della democrazia e della lotta comune contro la violenza. Ne hanno bisogno le rive del Mediterraneo; ne ha bisogno Israele.

Donatella Di Cesare, filosofa