Pacifici: Itamar, solidarietà dopo la strage

‘Il dramma è che questo attentato impone a noi tutti di alzare il livello dell’attenzione”. Cosi’ il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici commenta l’attentato di oggi a Gerusalemme. ”Nell’arco di 10 giorni – spiega ancora – Israele si ritrova sotto il mirino del terrorismo fondamentalista che abbandonando lo stile dei terroristi suicidi, gli shahid, riprende lo stile tradizionale degli attentati dell’era Olp con Arafat”. Pacifici annuncia che nei prossimi giorni si recherà, con una piccola delegazione, in Israele per portare la solidarietà e l’aiuto ai superstiti della famiglia di coloni uccisa a Itamar e ”i loro figli sgozzati, compreso un bambino di tre mesi”. ”Andremo – afferma – nell’insediamento di Itamar, dormiremo con i cittadini di quell’insediamento e porteremo aiuti ai bambini sopravvissuti miracolosamente alla strage che apre uno scenario da incubo”. ” La barriera difensiva – dice poi – ha dimostrato in questi sei anni di aver compiuto la sua missione perché ha consentito a tutti i cittadini di Israele, ebrei e non, arabi compresi, di vivere relativamente tranquilli. Purtroppo la strage di Itamar è avvenuta durante il terremoto del Giappone e non ha colpito l’opinione pubblica internazionale alle prese con il disastro e con l’incubo di catastrofe e poi anche con la Libia”. Per Pacifici la scelta di recarsi in Israele è un ”grido: siamo stanchi di sentire che gli abitanti degli insediamenti continuano a essere un ostacolo alla pace, soprattutto per il loro diritto di allargare le proprie abitazioni per dare spazio alle famiglie che crescono. Un diritto – conclude – che non è solo per gli arabi musulmani ma anche per gli ebrei”.