Aharon…
La parashà di Sheminì comincia con queste parole: “E all’ottavo giorno Moshè chiamò Aharòn, i suoi figli e gli anziani d’Israele”. Moshè chiama Aharòn e gli indica i sacrifici particolari che deve fare per l’inaugurazione del Mishkàn. Questa chiamata sembra però superflua. Aharòn è già lì e da sette giorni si sta preparando a quest’evento. Secondo Rabbi Moshè Feinstein la chiamata all’ottavo giorno potrebbe avere questo significato. Ad Aharòn viene dato un incarico particolare, una mitzvà specifica. Nel momento in cui si esegue una mitzvà bisogna essere concentrati completamente su di essa e per un momento dimenticare tutto il resto. Da una parte è assolutamente necessario avere una visione d’insieme e questo il senso dei sette giorni di preparazione ma questa visione d’insieme non deve impedirci di mettere tutto il nostro impegno e la nostra concentrazione in una mitzvà specifica, in progetto particolare.
Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano