Qui Padova – La nostra dimora sono le lettere
Non sono forse le lettere del Leshon Haqodesh la dimora di ciascun ebreo, il luogo della identità ebraica? Molto più della terra? Non è per così dire il dizionario della lingua ebraica il legame che ci unisce al passato e che ci offre il sostegno per il futuro? In una suggestiva giornata di studio, organizzata dalla Comunità di Padova insieme con il Dec, e ideata da Ilana Bahbout, si sono susseguite voci diverse che hanno affrontato un tema fondamentale su cui varrà la pena continuare a riflettere. Se l’identità ebraica è scissa tra memoria storica e vita individuale, se la frattura è accentuata dalla necessità costante di giustificare, a se stessi e agli altri, la propria identità, se non addirittura la propria esistenza, la via per la ricomposizione è l’ascolto comune delle lettere che diventano parola viva. All’ebreo è richiesto anzitutto l’ascolto – ascolto delle lettere, che non devono essere idolatrate, ma dischiudersi piuttosto nella parola viva che investe l’esistenza di ciascuno. La kerià, in ebraico «lettura», contiene k(a)r, l’«incontro inatteso». La lettura non è allora solo vocalizzazione, ma apertura del luogo di un confronto e di un incontro – uno studio che è già impegno. Perché è nell’ascolto comune, nella condivisione della parola viva e vissuta, che si raccoglie e si rafforza la comunità.
Donatella Di Cesare, filosofa