Il Libro in rima
“L’utile per iscopo, il vero per soggetto, l’interessante per mezzo”. Forse ispirato dalla nota dichiarazione di poetica di Alessandro Manzoni, Massimo Foa ha realizzato un’inedita traduzione italiana in versi dell’intero testo del Pentateuco. Il suo lavoro è stato pubblicato dalla casa editrice torinese Accademia vis vitalis con il titolo: Torah in rima.
“La Torah è il Libro per antonomasia, il fondamento di quel monoteismo che costituisce la base della civiltà occidentale”, spiega Massimo Foa. “Una narrazione che tocca la creazione del del mondo, i primi passi dell’umanità, l’epopea dei patriarchi e delle tribù d’Israele. Ma non è solo una storia, è innanzitutto una Legge”. Il testo fondamentale, l’insegnamento, la tradizione dell’ebraismo.
Tuttavia, la lettura in prosa della Torah è lenta e difficoltosa. Un accesso non liturgico al testo non è a disposizione di tutti. Torah in rima è un’opera che si ripropone di essere fedele al testo originale, e allo stesso tempo più scorrevole e fluida. Dunque, più accessibile. La rima baciata – “che uno psicologo mi suggerì essere la più profonda, nonostante l’apparenza infantile”, racconta l’autore – è il miele con cui somministrare la medicina, la forma che rende il messaggio biblico più appetibile per il grande pubblico.
Massimo Foa, nato a Cuorgnè nel 1943, non è nuovo a questo tipo di lavoro. Prima di avventurarsi nel testo biblico, l’imprenditore di origini valdostane ha iniziato la sua avventura filologico-letteraria con le Selichot, composizioni liturgiche per le Solennità penitenziali, anch’esse tradotte in italiano e rimate.
Le traduzioni italiane più diffuse dei testi centrali della tradizione ebraica sono assai spesso datate, di matrice rabbinica, senza ambizioni letterarie. L’importanza storico-culturale dell’opera dei rabbini traduttori è indiscutibile: ha consentito ai meno dotti di avvicinarsi alla comprensione dei testi, un’apertura epocale. Oggi, tuttavia, anche tali traduzioni appaiono a molti ostiche, farraginose. L’originalità dell’opera di Foa – questo l’auspicio dell’operazione editoriale – potrebbe invitare alla lettura fette di pubblico sempre più ampie. Rav Alberto Somekh, che firma la prefazione dell’opera, si augura “la pubblicazione di nuovi lavori che mettano in ‘molli versi’ i preziosi contributi della nostra Tradizione”.
Manuel Disegni