Festa della libertà
Ieri sera a Torino fiaccolata (fortunatamente anticipata) per festeggiare il 25 aprile; come sempre la Comunità Ebraica di Torino ha partecipato con il proprio gonfalone, che è stato ospitato sul palco delle autorità; tra gli oratori due partigiani, Ugo Sacerdote e Massimo Ottolenghi, curiosamente entrambi membri della nostra comunità. Una presenza ebraica visibile, così come visibile è stata la partecipazione degli ebrei piemontesi alla Resistenza. Del resto noi ebrei abbiamo qualche motivo in più per festeggiare il 25 aprile: non solo la liberazione dell’Italia e il ritorno della democrazia, ma anche la fine delle persecuzioni, delle fughe, dei pericoli, e la possibilità di essere nuovamente cittadini italiani come gli altri. E’ utile ricordare che gli ebrei erano perseguitati in quanto ebrei, ed era in atto un preciso progetto di sterminio del popolo ebraico: la Liberazione (che ha
rappresentato il fallimento di questo progetto e la possibilità di sopravvivenza per gli ebrei in Italia) ha quindi anche un significato specificamente ebraico.
Talvolta, come quest’anno, il 25 aprile capita durante Pesach, e le due feste della libertà vengono a coincidere. Non è stato così nel 1945, eppure nei ricordi di chi l’ha vissuta la liberazione dalla persecuzione nazifascista ha assunto quasi naturalmente il linguaggio e la simbologia di Pesach, e a sua volta ogni Pesach successivo si è arricchito con il ricordo della liberazione vissuta personalmente. Alcuni anni fa un’ospite a cui avevo posto la domanda “Cosa rappresenta il seder per te?” ha risposto, tra le altre cose: “Noi che siamo scampati allo sterminio nazista possiamo veramente sentirci come gli ebrei usciti dall’Egitto”. Non credo che questo significhi attribuire alla festa di Pesach significati non suoi, perché l’invito ad attualizzare la liberazione viene dalla stessa Haggadah; anzi, è straordinario che tante persone in tante epoche diverse abbiano percepito e percepiscano come fortemente attuale un evento accaduto più di tremila anni fa, al punto che spesso gli stessi ricordi sono plasmati secondo il racconto della liberazione dall’Egitto. Pesach influenza la percezione che gli ebrei hanno del 25 aprile probabilmente più di quanto la coincidenza con il 25 aprile influenzi il nostro modo di vivere Pesach.
Anna Segre, insegnante