mitzvoth…

“Parla ai figli d’Israele e di loro: Siate santi perché Santo sono Io, l’Eterno vostro Dio” (Vaikrà 19:2). “(La Torà) Vi consacrerà e sarete santi perché Io sono l’Eterno vostro Dio” (Vaikrà 20:7). Quanto sia cambiato, nel mondo che ci circonda, il concetto di santità che spicca da questo imperativo della Torà, è palese davanti ai nostri occhi proprio in questi giorni. Rabbi Moshè David Valle (1696-1777), nel suo commento, inquadra molto bene la questione e pone l’accento sul mutamento di questo principio (Kedushà-Santità) che Rabbì Moshè Chayym Luzzatto, nell’opera “Mesillat Yesharim”, classifica come l’ultima qualità che l’individuo deve raggiungere per arrivare alla “Devekut” (attaccamento a Dio): “Non è possibile diffondere la Kedushà se non attraverso l’osservanza delle Mitzwoth che sono il “corpo” effettivo della Kedushà; e con l’afflizione umana, per mezzo di mortificazione e ascetismi, non si può guadagnare la Kedushà, perché senza l’osservanza delle Mitzwoth tutto ciò non vale nulla…è perdita di tempo e si rimane a mani vuote; e per coloro che fanno così è detto (Salmi 127:2): E’ inutile che voi vi alziate presto, che andiate a riposare tardi, che mangiate il pane dei dolori; tanto è solo Dio che da il sonno a chi gli è caro…; chi osserva le Mitzwoth non ha bisogno di afflizioni o comportamenti ascetici e la riprova sta nel fatto che la Torà ci comanda un solo digiuno durante l’anno; la non osservanza delle Mizwoth (‘avonot) è stata la causa dell’aumento di questi comportamenti”. La Torà e le Mitzwoth sono il nostro unico strumento per realizzare tale santità che è, soprattutto, Distinzione..

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova