Scatti d’autore dai luoghi della Bibbia

L’Ottocento è il secolo delle grandi spedizioni archeologiche in Africa e Medio Oriente dove si avviava, da un punto di vista metodologico, la ricerca di un sistema di documentazione scientifico. Quello che prima era lasciato al disegno ora era affidato alla fotografia. La nascita e la diffusione del mezzo fotografico permetteva, infatti, di documentare nel dettaglio le architetture, le rovine e in generale i particolari artistici delle città. Tra le mete più frequentate vi era la Palestina che ha sempre suscitato grande interesse tra i viaggiatori e i primi fotografi del XIX secolo. Non a caso si tratta di uno dei luoghi più fotografati al mondo poiché racchiude oltre a paesaggi evocativi e città monumentali anche i luoghi ancestrali della fede per ebrei, cristiani e musulmani. Alla villa di Malibù del Paul Getty Museum, in California, sono allestite un centinaio di immagini che raccontano quest’area geografica nella mostra In Search of Biblical Lands: from Jerusalem to Jordan in 19th Century Photography. Dagherrotipi, stampe su carta salata e stampe all’albumina realizzati tra il 1840 e il 1900 dai maggiori fotografi dell’epoca da Felice Beato, il cipriota specialista in fotografia orientale, a Maxime Du Camp, scrittore e fotografo amico di Flaubert, considerato uno dei primi inviati speciali.

Vi si trovano anche immagini di Auguste Salzmann, James Graham, Louis Vignes, Frank Mason Good e Frederic Goupil-Fesquet. Anche il ritrovamento di testi legati alla Bibbia scoperti in Egitto e Siria aveva spinto esploratori, accademici, turisti a raggiungere la Palestina e realizzare le prime immagini di quegli scenari. L’avvento della fotografia che, in generale, aveva incrementato i viaggi, donava un’immediatezza e una autenticità ai luoghi che mutò sensibilmente l’approccio estetico ai luoghi antichi. I paesaggi e le architetture si mostravano nella nuova veste di fascinazione di un paesaggio esotico perdendo l’allure drammatica che avevano avuto fino ad allora con la rappresentazione grafica. La stessa popolazione di ambulanti, lebbrosi e pastori vestita con gli abiti tradizionali, rispondeva al gusto romantico dell’idea che si era creata su quelle terre. La mostra si struttura in cinque sezioni (Gerusalemme; Le prime vedute; Gente della Bibbia; Viaggi nel paese della Bibbia; Spedizioni di là del mar Morto.) e raccoglie fotografie realizzate per l’editoria scolastica, immagini per souvenir di viaggio, oppure semplici soggetti artistici che documentano i monumenti e le città.
Data la deperibilità del materiale fotografico, troppo delicato perché si possa esporre per lungo tempo, le immagini, più di un centinaio, sono allestite in due tranche, ognuna visibile per tre mesi. Molti degli album fotografici in mostra furono realizzati nello studio del fotografo francese Felix Bonfils (1831-1885) mentre un’altra importante presenza sono le serie realizzate durante ben tre viaggi in Medio oriente dal fotografo inglese Francis Frith (1822-1898) e i dagherrotipi di Joseph-Phoilibert Girault de Prangey (1804-1892). I visitatori possono vedere la regione da vicino attraverso un tour stereoscopico (cioè un tipo di fotografia che permette di recepire la profondità di un’immagine) in due grandi schermi che replicano digitalmente l’esperienza in tridimensione. Ogni visitatore ha a disposizione una selezione di dodici cartoline che ricreano un viaggio a Gerusalemme e in Palestina. Insomma, un’occasione per guardare quelle terre con gli occhi dei viaggiatori ottocenteschi, un paesaggio legato alla fede, allo stesso tempo familiare ma ancora da scoprire.

Susanna Scafuri, Pagine Ebraiche, aprile 2011

(nelle immagini di Felix Bonfils: in alto Lebbrosi, Gerusalemme 1870; al centro La Piscina di Ezechia 1870, in basso Lebbrosi, Gerusalemme 1870)

J. P. Getty Museum

Jean Paul Getty (1892-1976), imprenditore nel campo petrolifero, accumulò durante la sua vita una consistente collezione di reperti archeologici greco-romani e opere d’arte soprattutto legate alla pittura medievale e rinascimentale europea. Il primo nucleo venne raccolto nella villa del magnate a Malibù, in California, costruita sul modello della Villa dei papiri a Ercolano. Nel 1997 la collezione fu spostata nell’attuale sede del museo, realizzata appositamente, di Los Angeles. Nel frattempo il patrimonio si è ampliato arrivando a comprendere anche diversi fondi della fotografia europea e americana. La mostra In Serch of Biblical Lands: From Jerusalem to Jordan in 19th Century Photography è allestita dal 2 marzo al 12 settembre 2011 nela sede Getty Villa di Malibù (17985 Pacific Coast Highway, Pacific Palisades, California)