Volontario per Sar El, una testimonianza
Ho trascorso nelle settimane scorse, volontario di Sar El in Israele, un’esperienza straordinaria che non pochi ebrei italiani hanno fatto e molti di più dovrebbero fare. Non la racconto nei dettagli, voglio solo testimoniare le emozioni che mi ha dato e che ancora mi sento nel cuore.
Fare la cosa giusta da fare per Israele è essere con Israele fisicamente, con i ragazzi e le ragazze di Tzahal: il nostro esercito, uno dei cuori e delle anime della nostra Terra.
Fare la cosa giusta per Israele è lavorare e vivere fianco a fianco con loro, e da loro imparare cosa sia la serietà, la leggerezza, la passione e l’energia del vivere.
Fare la cosa giusta per Israele è offrire il proprio tempo, risparmiando quello dei riservisti che devono far avanzare la vita produttiva e l’economia del Paese, perché il tempo è denaro.
Fare la cosa giusta per Israele è essere orgogliosi e fieri di indossare la divisa dell’esercito e commuoversi di fronte alla bandiera, perché questo ci si aspetta da noi.
Fare la cosa giusta per Israele è sentire il cuore che si spacca quando ci ringraziano per esser lì con loro con la semplicità, la sincerità e la luce dei vent’anni.
Fare la cosa giusta per Israele è vivere e respirare fianco a fianco con uomini che hanno vissuto rinchiusi in un carro armato a Gaza, senza sonno, soffocati dalla paura e dal caldo, ascoltandoli, facendoli sentire parte della nostra vita non a parole ma con una stretta di mano, guardando dritto nei loro occhi, ringraziandoli senza se e senza ma.
Fare la cosa giusta per Israele è, ancora una volta ma non basta mai, esprimere riconoscenza ai nostri soldati, perché sono pronti a rischiare la vita per Israele, per le loro famiglie, per noi tutti.
Riceverete in cambio, pienezza, gratitudine, fierezza, orgoglio, gioia, bellezza, in una parola: gloria, senza retorica.
Questo è possibile grazie a Sar El, Volontariato in Israele, che da decenni organizza gruppi di uomini e donne che da tutto il mondo offrono parte del loro tempo a Tzahal dando un enorme supporto materiale, morale e affettivo.
Non ci sono limiti di età, e le mansioni sul campo vengono assegnate rispettando le esigenze psico-fisiche di ciascuno.
Il segno tangibile del proprio amore per Israele è essere in Israele con Sar El.
Roberto Natan Robotti
(nell’immagine Roberto Natan Robotti, in piedi, secondo da destra)