lavoro…

Durante lo Shabàt scorso nei Pirqè Avòt abbiamo letto: “Shemaià e Avtalion ricevettero la Torah dai predecessori. Shemaià dice: ama il lavoro e odia il potere, e non essere vicino al governo” (Avòt, 1; 10). Si trattta del Presidente del Sinedrio, il Nasì, e del Capo del Tribunale, l’ Av Bet Din, i Maestri di Hillel e Shammai. Il Rabbino Ovadià di Bertinoro, ricordandoci che Shemajà e Avtalion sono due convertiti, commenta che l’amore per il lavoro deve essere perseguito “persino se abbiamo di che alimentarci, dobbiamo occuparci di un lavoro. Altrimenti la nullafacenza conduce alla noia…… e odia il potere: non dire che sei una persona importante e trovi vergognoso occuparti di un lavoro…” Esiste pertanto un valore etico del lavoro che rafforzerebbe lo studio diversamente dal potere politico che ci allontana dalla Torah. I Maestri ci stanno insegnando a odiare quella dimensione del potere che è nel lavoro richiamandoci alla sostanza e prendendo le distanze dalle apparenze. Si deve amare il lavoro e non il biglietto da visita!

Roberto Della Rocca, rabbino