Italia-Israele – Napolitano e Peres, valori comuni Il 2 giugno assieme a Roma per festeggiare la Repubblica

C’è una strada, c’è una via aperta da percorrere anche nei giorni più difficili, anche nei momenti più dolorosi. C’è un percorso cui dobbiamo continuare a guardare con fiducia, una scelta che non conosce alternative valide. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in Israele al centro di un denso calendario di incontri di politica e di cultura, lo ha riaffermato questa mattina aprendo a Gerusalemme i lavori della prestigiosa due giorni di lavori dedicata a Italia e Israele: gli ultimi centocinquant’anni, e lo ha ricordato ieri in serata a Tel Aviv ricevendo il premio Dan David.
E’, quella del Presidente, una determinazione che nemmeno in momenti tumultuosi, quando la febbre del Medio Oriente sembra puntare a nuovi picchi, lascia spazio alla disperazione. C’è una strada e nessun’altra: quella dell’affermazione della democrazia, della difesa dei valori di libertà e di eguaglianza che ci sono stati lasciati in eredità, che tutti noi siamo tenuti a coltivare. Devono saperlo gli israeliani, i palestinesi, gli italiani.
Napolitano, che nella sua missione è accompagnato fra gli altri dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, è venuto a riannodare i temi di un’antica amicizia con la nostra storia nazionale e con gli ideali ispiratori del sionismo. E’ giunto a salutare nella comunità degli italkim, i cittadini israeliani di lingua italiana che danno vita a una straordinaria comunità di persone, di vicende e di idee, un gruppo di italiani che fanno onore all’Italia. E’ venuto a ricordare la Storia, a riscoprire i valori fondanti, ma anche cercare alleati fra vecchi amici, primo fra tutti il Presidente di Israele Shimon Peres.
La più alta carica dello stato israeliano sarà al suo fianco a Roma, fra pochi giorni, in occasione di una festa della Repubblica, quella che il prossimo 2 giugno si celebra nella stagione dei 150 anni dell’unità nazionale, aperta a tutti i leader mondiali che guardano con interesse all’Italia democratica. Peres e Napolitano saranno assieme per rinnovare una nuova intesa fra Roma e Gerusalemme.
“Sono qui – ha confermato Napolitano accogliendo storici e studiosi al convegno – in questa terra ricca storia e suggestioni per celebrare i valori che ci accomunano. Il prossimo 2 giugno non sarà solo un evento italiano. Sarà con particolare piacere che accoglierò a Roma il presidente Shimon Peres. La sua presenza marcherà il decisivo contributo dei paesi amici e di alleati e persone provenienti da un grande numero di nazioni del mondo”.
“Ci accomuna – ha proseguito il Presidente – l’anelito alla conquista stato nazionale espresso dai popoli italiano ed ebraico. Due vicende intrecciate in modo ineludibile. Due popoli che hanno in comune un lungo vissuto di divisione e dispersione. Il Risorgimento italiano pose l’idea di Nazione, gli ideali di democrazia, libertà progresso sociale e solidarietà, anche internazionale. A questo proposito vorrei ricordare figure come Garibaldi, che combatté per la libertà su molti fronti, e la visione europea di Mazzini e di Cattaneo. L’evolversi della coscienza ebraica condusse alla consapevolezza di non essere più solo comunità religiosa, ma popolo e nazione. La lezione di Giuseppe Mazzini impostò la questione nazionale con una forte impronta umanistica e universalistica. Emergeva la distinzione e la distanza da approcci aggressivi e l’anelito a una società più libera, più giusta e più laica.
“In occasione dello scorso Giorno della Memoria – ha concluso Napolitano – al Quirinale il professor Giuseppe Galasso ha parlato della storia degli ebrei italiani nei termini di aspirazione alla libertà, all’indipendenza e diritto autodeterminazione dei popoli. E’ questo un patrimonio prezioso ancora oggi in un’Europa alla faticosa ricerca di nuovi equilibri e a un Medio Oriente convulso. Mi auguro che dalle aspirazioni sincere dei due popoli che hanno un destino intrecciato possano emergere la forza morale e gli ideali per affrontare le grandi sfide del futuro”.
Nel corso del convegno, che si concluderà domani, sono poi intervenuti, dopo i saluti di Gabriel Motzkin, direttore dell’Istituto Van Leer di Gerusalemme, e l’introduzione di Reuven Amitai, preside della facoltà di Lettere, Università Ebraica di Gerusalemme, molti studiosi. Ecco un quadro dei temi toccati nella prima giornata di lavori moderati da Manuela Consonni (Università Ebraica di Gerusalemme), Andrea Vento (giornalista e saggista) e dall’ambasciatore Sergio Itzhak Minerbi.
Roma e Gerusalemme – Due città allo specchio nella storia (monsignor Pierfrancesco Fumagalli, Biblioteca Ambrosiana); L’Italia, gli ebrei e il sionismo; Risorgimento e sionismo nella storia europea (Shlomo Avineri, Università Ebraica di Gerusalemme); Gli ebrei italiani e il Risorgimento (Ester Capuzzo, Università “La Sapienza”); Il Risorgimento, la Chiesa e gli ebrei (Marco Cuzzi, Università di Milano); La prima guerra mondiale, gli ebrei ed il periodo coloniale: il caso della Libia e dell’Egitto (Luigi Goglia, Università Roma Tre); I rapporti tra fascismo e sionismo (Simonetta Della Seta, Ambasciata d’Italia in Israele); Il corpo di spedizione militare Italiano in Palestina 1917-1919 (Benjamin Kedar, Università Ebraica di Gerusalemme); Il coinvolgimento militare dell’Italia (Nir Arielli, Università di Worcester); L’Italia e l’Alyiah Beth; (Mario Toscano, Università “La Sapienza”); Gli italiani e lo Stato d’Israele (Arrigo Levi, Presidenza della Repubblica).

gv