Scritture…

E’ difficile capirlo, per chi osserva da fuori, e forse anche per chi sta all’interno. C’è un rapporto del tutto particolare, organico, essenziale, tra le Scritture e l’esperienza ebraica. Qualcosa che due millenni di cristianesimo non sono riusciti a scardinare, proponendo la loro lettura alternativa dell'”Antico” Testamento. Un esempio? Questa settimana leggeremo i terribili capitoli che chiudono il libro di Wayqrà, il Levitico. I primi versi del capitolo 26 li abbiamo già letti questa mattina: “se osserverete le mie leggi… metterò la pace nella terra, starete tranquilli senza chi vi incute timore, la spada non passerà nella vostra terra”. Non sono messaggi astratti, la terra è sempre la stessa, la pace è sempre quella che si aspetta, la spada è sempre la stessa. Dopo più di trenta secoli dalla scrittura di questi versi, e all’indomani del “giorno della sciagura”, come amabilmente viene definito l’anniversario in data civile della fondazione dello Stato d’Israele.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma