Napolitano conclude con gli Italkim la sua storica visita “Sentimenti di amicizia e di solidarietà” a Gerusalemme

“Ritorno dopo qualche anno in questo luogo di indimenticabile significato simbolico e impatto emotivo e rinnovo sentimenti di amicizia e solidarietà”. Lascia queste parole sull’albo della comunità degli Italkim che lo ha accolto fratenernamente a Gerusalemme. Lascia Israele circondato da sentimenti vivi di amicizia, di affetto e di solidarietà. Ma il l’agenda della storica, intensa visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non è ricca solo di affermazioni di principio e momenti ufficiali. L’incontro con la comunità degli italiani in Israele, avvenuto ieri sotto le volte della casa italiana di Gerusalemme ha infatti aperto nuovi orizzonti di collaborazione e di intesa.
Al tempio italiano che simboleggia la nostra presenza nazionale nella capitale ebraica il Presidente ha visitato in anteprima la mostra Da Garibaldi a Herzl aperta da oggi al pubblico e realizzata in collaborazione con molti enti fra cui gli archivi e il museo della Comunità ebraica di Roma. Alla scoperta di testimonianze emozionanti e talvolta poco conosciute che dimostrano il ruolo da protagonisti degli ebrei italiani nel processo di unità nazionale italiana Il Capo dello Stato ha salutato i suoi ospiti definendo quella italiana di Gerusalemme una “comunità specialissima” in ragione dei “valori storici e religiosi” da essa incarnati. Ad accogliere Napolitano erano presenti tutti i leader della comunità degli italkim (il discorso di benvenuto è stato pronunciato dal professor Sergio Della Pergola) assieme al Presidente degli ebrei italiani Renzo Gattegna.
“Gli italiani di questa generazione – ha commentato il Presidente Ucei sintetizzando il significato della missione – grazie alla struttura istituzionale democratica garantita dalla Costituzione hanno vissuto 63 anni di libertà e di rispetto dei diritti fondamentali. Gli ebrei italiani, appartenenti a una minoranza che ha contribuito alla formazione della civiltà e della cultura del nostro Paese e dell’Europa, ma ha anche dovuto attraversare i millenni vedendosi spesso negare dalle stesse società e dai governanti la pari dignità e il reciproco rispetto, forse sono oggi in una posizione privilegiata per apprezzare più di altri l’enorme progresso e il passo decisivo verso la libertà, l’eguaglianza e la fratellanza iniziato nel 1948″. “Infatti – ha aggiunto Gattegna – per gli ebrei e per altre minoranze, la cosiddetta emancipazione, nel secolo che è trascorso dall’emanazione dello Statuto Albertino del 1848 e l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana del 1948, esattamente 100 anni, non possono dimenticare che in questo periodo sono compresi anche gli anni dal 1922 al 1945 durante i quali l’Italia fu degradata dal fascismo a dittatura e gli ebrei da cittadini che avevano combattuto nelle guerre risorgimentali e nella Prima guerra mondiale vennero ridotti a esseri inferiori, braccati e deportati dalle loro case e avviati verso lo sterminio. “Non si può che essere felici – ha concluso il Presidnete dell’Unione – dei riconoscimenti che in Israele sono stati attribuiti al Presidente della Repubblica Napolitano e ritenere che l’impegno, la determinazione e l’equilibrio con i quali in ogni occasione si erge a supremo difensore dei valori costituzionali, siano alla base del vastissimo consenso e della stima che tutti gli italiani dimostrano nei confronti del Quirinale e dell’altissima carica ricoperta con tanto onore”.
Giunto in Israele sabato notte Napolitano, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, come il Dan David Prize e anche visitato anche i Territori palestinesi.Proprio riguardo alla notizia portata dal Presidente della Repubblica sulla possibile apertura di una ambasciata palestinese a Roma, la vicepresidente della Commissione Esteri della Camera Fiamma Nirenstein ha emesso una nota in cui afferma che “L`unificazione tra Fatah e Hamas, organizzazione terroristica e antisemita con lo scopo di distruggere Israele, come sancito del resto nella sua carta costitutiva, rende problematica l`istituzione di un`ambasciata palestinese in Italia”. “Lo dico nell`apprezzamento del viaggio in Israele del presidente Napolitano, che ha di nuovo ribadito i sentimenti di profonda amicizia fra il popolo italiano e quello israeliano e dopo la dichiarazione del primo ministro Berlusconi dei giorni scorsi, in cui ha sottolineato come l`Italia sia contro la dichiarazione unilaterale e a favore della trattativa per realizzare il processo di pace e la speranza di due stati per due popoli”. In una dichiarazione riportata dalle agenzie di stampa il Presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici si è dal canto suo appellato al presidente della Repubblica. “Napolitano è un amico di Israele – ha detto – e mi auguro che si opponga all’autoproclamazione dello Stato palestinese. I drammatici episodi della Nakba, con il tentato ingresso in Israele di palestinesi da Gaza, Siria e Libano, ripropongono in maniera drammatica il problema della ostilità che circonda il popolo israeliano”.