dolore…

A Venezia, domenica scorsa, si è svolto un convegno molto interessante organizzato dall’AME (Associazione Medici Ebrei) in collaborazione con il DEC UCEI e la Comunità Ebraica di Venezia. L’argomento della sessione mattutina del convegno era “Il dolore”. Il tema è stato affrontato sia dal punto di vista medico (terapia del dolore-dolore fisico/dolore psichico) sia da quello filosofico religioso. Una delle questioni discusse al riguardo è stata quella che la sofferenza, in certi casi può essere capita e in altri meno, specialmente quando, secondo una massima dedotta dal contesto della storia biblica di Giobbe, “il giusto soffre e il malvagio prospera – tzaddik vera’ lo, rasha’ vetov lo”. Però, alla luce del primo versetto della parashà che leggeremo il prossimo sabato, questa visione sembra essere confutata: “Im bechukkotai telekhu – se seguirete i miei statuti…”; se osserverete le mitzwoth avrete influenze positive in questo mondo ma se le trasgredirete avrete influenze negative. Dunque, giustamente, il “giusto prospera e il malvagio soffre – tzaddik vetov lo, rasha’ vera’ lo”. Tuttavia, i due concetti sono da considerarsi distinti l’uno dall’altro ma non in antitesi. La visione che si ricava dalla domanda di Giobbe riguarda la situazione del singolo e il suo destino in questo mondo, mentre quella che ci pone davanti la Torah con la sua condizione “Se osserverete…se non ascolterete”, riguarda il Kelal Israel tutto insieme, la cui situazione in questo mondo è conseguenza diretta dell’osservanza, o trasgressione, delle Mitzwoth. Responsabilità individuale e responsabilità collettiva…

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova