Il furto

L’antisemitismo non fa piacere agli ebrei. Forse è un’affermazione meno scontata di quanto sembri. Certo, nessuno pensa che ci sia chi prova gusto ad essere discriminato, perseguitato o subire atti di violenza; ma quando si tratta semplicemente di frasi infelici, battute sgradevoli, esternazioni sopra le righe di qualche politico, attore o regista, forse qualcuno pensa che in fondo gli ebrei non hanno subito nessun danno materiale e che, anzi, dal ruolo di vittima si ricava un vantaggio di immagine.In realtà non è così. La frase sgradevole è come un veleno che si propaga e intossica tutto ciò che ha intorno. Il personaggio che prima ammiravamo si rivela nemico, e di colpo una luce sgradevole cala su libri, canzoni o film che abbiamo adorato; non riusciamo più a sentirli “nostri” come prima, e contemporaneamente ci sentiamo defraudati per questa perdita. Intorno a noi colleghi e amici continuano con l’ammirazione di sempre, e in fondo li invidiamo perché ci piacerebbe continuare a leggere quei libri o guardare quei film con gli occhi di prima. Così ci sentiamo in qualche modo discriminati, diversi dagli altri, e non per nostra scelta. Chissà se Lars Von Trier si è reso conto di avermi rubato Dogville?

Anna Segre, insegnante