irrealtà…
Verrà presentato oggi un libro di Luigi Compagna dedicato a Theodor Herzl, “Il Mazzini d’Israele”. L’autore sottolinea l’affinità tra i due personaggi, che si “fecero promotori di una sfida alla realtà e al realismo dei loro tempi” esprimendo “dedizione alla cosiddetta politica dell’irrealtà”. Senza entrare nel merito di questo confronto, forse un po’ forzato, non si può ignorare che almeno per quanto riguarda l’ebraismo la cosiddetta irrealtà è una condizione esistenziale. E’ nota la frase detta da un politico israeliano, per cui chi non crede ai miracoli in Israele non è realista. Ma questa frase non è un’invenzione sionista, è sostanza dell’ebraismo, e per capirlo basterebbe studiare con un mimino di attenzione gli ultimi capitoli drammatici del libro di Waiqrà che abbiamo appena letto questo Sabato. Per usare un’espressione oggi molto comune, non siamo irreali, siamo “diversamente” reali.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma