fiducia…
In questi giorni continua a Meròn, nell’alta Galilea, il pellegrinaggio di migliaia di persone che si recano a pregare sulla tomba di Rabbi Shimon ben Jochai la cui dipartita sarebbe avvenuta nel giorno di Lag Baomer. Molti dei fedeli accendono fuochi nei campi, leggono Salmi e cantano il suo nome fino all’estasi. Nel racconto del Talmùd Rabbì Shimòn non si preoccupa di nascondere la sua ferma opposizione all’arroganza del potere di Roma tanto che, minacciato di morte dall’imperatore Adriano, sarà costretto a nascondersi con suo figlio in una grotta dove resterà per dodici anni, durante i quali, secondo la Tradizione, scriverà lo Zohar, il libro basilare della Kabalà. Quando assieme a suo figlio lascia la grotta è la vigilia di Shabbat, incontra un vecchio che ha due mazzetti di mirto in mano per fare onore allo Shabbat. Il Maestro domanda al vecchio il perché proprio due mazzetti e questo risponde che sono in corrispondenza del duplice comandamento relativo allo Shabbat: shamòr, osserva e zakhòr, ricorda. Solo grazie a questo suggestivo incontro padre e figlio si riconciliano con un mondo con il quale non si trovavano più in sintonia. L’esperienza mistica li aveva tratti altrove, non riuscivano più a comprendere le esigenze materiali della vita quotidiana. A volte bastano dei piccoli e semplici gesti per ridarci fiducia nell’umanità.
Roberto Della Rocca, rabbino