Yom Yerushalaim…

Ieri è stato festeggiato lo Yom Yerushalaim, “Il giorno di Gerusalemme” che ricorda la vittoria a Gerusalemme nel corso della guerra dei sei giorni del 1967. Rav Menachem Emanuele Artom z.l., che comunque non dubitava sul significato dell’evento, non era d’accordo nello stabilire proprio la data di ieri come giorno di festa; come per Purim e Chanukkà, l’antica tradizione ebraica festeggia non il giorno cruento dei combattimenti, per quanto vittoriosi, ma quello dopo in cui “gli ebrei si riposarono dai loro nemici” (Ester 9:22). Il nome del giorno ha la sua storia, nel libro dei Salmi (137:7) è il giorno in cui i Babilonesi invocano la distruzione della città fino alle fondamenta, e che viene così ribaltato in senso positivo. Il nome, la data, le modalità di celebrazione religiosa e civile, le manifestazioni che lo accompagnano sono tutte oggetto di controversia ed è certo troppo presto, e troppo caldo il problema, per mettere d’accordo un nucleo considerevole di ebrei. Ma per chi abbia visto in questi giorni le folle di ragazzi e ragazze israeliani in festa e in sincera allegria per le vie della città è evidente che proprio ora, a parte la data da ricordare, la questione della sovranità ebraica su Gerusalemme non è un fatto da trascurare.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma