Qui Torino – Piperno Beer: “Superare le divisioni”
L’analisi del voto di Torino fatta da Tullio Levi merita di essere letta con attenzione. Sarebbe però stato utile che il presidente uscente di Torino avesse completato la sua analisi con un raffronto alle elezioni del 2007. Il numero dei votanti è stato pressoché lo stesso, 532 nel 2007 contro i 527 del 2011 come anche i voti per corrispondenza (113 nel 2007 e 120 nel 2011). Le preferenze espresse a favore di Tullio Levi e dei candidati che lo sostenevano furono 1869; quelle a favore dei candidati delle due liste a lui contrarie furono 1845. La dispersione del voto degli oppositori su due liste fece sì che venissero eletti in Consiglio Tullio Levi e 8 consiglieri che lo sostenevano, mentre nelle due liste di opposizione vennero eletti solo 4 consiglieri. Nel 2011 la situazione si è rovesciata pur restando molto vicino il numero delle preferenze espresse a favore delle due liste.
Quale conclusione si può trarre allora dell’analisi del voto nelle due tornate elettorali?
Nel 2007 la Comunità di Torino era profondamente divisa e i voti degli elettori si erano ripartiti equamente tra i due schieramenti, oggi la situazione è esattamente la stessa. Pochi voti di differenza hanno però provocato un ribaltamento della situazione.
Pochi giorni fa nella relazione in assemblea, a chiusura del suo ultimo quadriennio da presidente, Tullio Levi affermava: “Siamo consci che taluni membri della nostra Comunità non hanno condiviso le scelte che sono state operate e ce ne rammarichiamo sinceramente. Ci auguriamo che anch’essi possano, in tempi brevi, rendersi conto della loro efficacia…”. Evidentemente questi pochi riottosi erano invece la maggioranza. Ma che la Comunità di Torino abbia optato per la restaurazione è una pura illazione di Tullio Levi.
Sarebbe allora forse giusto che il presidente uscente riconoscesse, di fronte alla sua Comunità e di fronte a tutto l’ebraismo italiano, che non è vero che ha, e in realtà non ha mai avuto, il consenso della grande maggioranza degli ebrei torinesi come ha invece continuamente affermato.
Queste sono le regole della democrazia e una reazione più misurata di fronte a una sconfitta, anche se di misura, sarebbe stata più dignitosa.
Mi auguro che il nuovo Consiglio non ripeterà l’errore fatto da quello precedente di esasperare le divisioni, ma cercherà invece di riscoprire un terreno comune per lavorare insieme e ricostruire una vita comunitaria a cui tutti possano partecipare come ebrei torinesi e non come componenti di una fazione. Sarà possibile?
Maurizio Piperno Beer