Qui Torino – Tullio Levi: “La mia analisi del voto”

Dopo sei anni alla Presidenza della Comunità Ebraica di Torino, ho deciso di non ricandidarmi affinché forze giovani proseguissero sul cammino tracciato e perché ho ritenuto che l’evidente svolta che è stata impressa alla vita ebraica torinese fosse apprezzata in tutta la sua ampiezza dai membri della Comunità.
Con mio sommo rammarico i risultati elettorali hanno dato un’indicazione diversa che vorrei brevemente analizzare.
Il nuovo gruppo Anavim ha ottenuto l’elezione dei suoi otto candidati, mentre Comunitattiva, che aveva con me condiviso la conduzione della Comunità in questi anni, si è fermata a cinque.
In realtà Anavim ha superato Comunitattiva per un pugno di voti: David Sorani, il primo degli eletti di Anavim ha avuto diciannove voti in più di Edoardo Segre che è il primo degli eletti di Comunitattiva; l’ultimo degli eletti di Anavim ha ottenuto due voti in più del primo dei non eletti di Comunitattiva.
Comunitattiva – e io stesso – abbiamo peccato di ingenuità: abbiamo ritenuto che i risultati ottenuti soprattutto sul fronte di una comunità inclusiva e nella quale si respirava finalmente una nuova aria, fossero sufficienti per garantire il successo.
Così non è stato: a Torino coloro che partecipano più o meno attivamente alla vita comunitaria sono forse duecento persone; cinquecentoventisette sono stati i votanti di queste elezioni e di questi centoventi hanno votato per corrispondenza in quanto residenti fuori Torino. Costoro hanno votato in blocco (70 per cento) per Anavim e il loro voto ha condizionato il risultato elettorale. Perché ciò ha potuto accadere? La risposta è molto semplice: Comunitattiva si è “cullata sugli allori”, mentre la campagna elettorale di Anavim è stata molto attiva soprattutto nei confronti di coloro che non frequentano o frequentano saltuariamente la comunità.
Questa è la mia analisi e credo sia difficilmente confutabile in quanto si basa su dati di fatto.
Nel momento in cui la società italiana dà evidenti segni di risveglio dal torpore che l’ha afflitta per tanti anni e consente di tornare a sperare per il suo futuro, la Comunità di Torino che da quel torpore si era ridestata, ha optato per la restaurazione. Peccato davvero!

Tullio Levi