…insegnanti
“Tre cose facevano del nostro ginnasio una scuola seria: il corpo insegnante, la buona volontà degli allievi, il sistema. Il corpo insegnante era scelto, poichè ogni nuovo professore doveva passare più di un vaglio, ultimo e decisivo quello della capacità di fondersi o meno con lo spirito attivo della scuola. S’era formata, in nobile senso, una specie di casta fra i docenti del ginnasio comunale, per cui valeva sopra ogni altra cosa la dedizione all’insegnamento: nessun’altra ambizione era superiore a quella d’essere bravo e coscienzioso insegnante. Perciò i più finivano la propria carriera nell’istituto in cui l’avevano iniziata. Le generazioni s’intrecciavano e si davano cambio…Quelle stesse aule che li avevano visti scolari, li vedevano poi professori… (Giani Stuparich, Trieste nei miei ricordi – 1948)”. Descrizione letteraria sospesa tra nostalgia e magìa, ma anche stimolo alla riflessione sulla questione seria e sottovalutata del ricambio generazionale del corpo docente delle nostre scuole.
Sonia Brunetti Luzzati, pedagogista