…elezioni
Mentre la vivace realtà ebraica subalpina è alla ricerca di nuovi assetti interni dopo le recenti elezioni comunitarie, un’altra vivace realtà ebraica – quella rioplatense – si accinge a un cimento elettorale di non minore significato. Il prossimo 10 luglio i centosessantamila ebrei di Buenos Aires (su un totale di due milioni e novecentomila abitanti) votano per il rinnovo delle cariche della capitale federale, il Governatore (sindaco) e il consiglio municipale. Nulla di strano, se non fosse che tre dei maggiori candidati in lizza sono ebrei. Due di questi concorrono per il posto di governatore – l’ex-ministro della pubblica istruzione Daniel Filmus, che raccoglie un 25 per cento di preferenze nei sondaggi, e il giornalista Jorge Telerman, già sindaco nel 2006-2007, con un modesto cinque per cento. Al primo posto nei sondaggi il candidato peronista (non ebreo) Mauricio Macri che probabilmente verrà eletto. Questo rende ancora più interessante la posizione di Sergio Bergman, rabbino conservatore molto noto, che concorre come capolista di Macri in consiglio municipale. Come dire che, questa volta, certamente gli ebrei vincono le elezioni. Oppure, a seconda di come si voglia giudicare le cose, le perdono.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme