Qui Livorno – Matteo: “Il bagitto? Per me è musica”

L’interesse per la musica etnica c’è da sempre. Per una volta però, dopo tanto girovagare nei suoni e nelle melodie dei cinque continenti, la sfida da raccogliere è dietro l’uscio di casa. Mettere sotto forma di note, percussioni e vocalizzi il bagitto, secolare oltre che pittoresca parlata degli ebrei di Livorno oggi a rischio di estinzione ma curiosamente sempre più studiata da storici ed esperti di semiotica. Matteo Scarpettini, 30enne livornese con lunga esperienza nel settore, a fianco di alcuni grandi nomi della musica internazionale, è già pienamente operativo su questo fronte. Procede infatti spedito il lavoro di formazione di un complesso musicale dedicato al bagitto e composto da una ensemble di strumentisti (violinista, chitarrista e percussionista) a cui si affiancheranno poi altri interpreti sia in ambito vocale che strumentale.
“Il bagitto è una parlata fantastica che ho scoperto grazie alle origini ebraiche di mio padre” spiega Matteo. Che promette scintille: “C’è ancora da lavorare ma la band sarà presto una realtà”. Intanto il primo testo da musicare, dal titolo Naina nella notte, è già sullo spartito. Una sfida insolita e di grande valore quella intrapresa da Scarpettini. Il bagitto è infatti un idioma sviluppatosi quasi esclusivamente in forma orale: pochi quelli che hanno trasposto su carta frammenti di questa esplosiva miscela linguistica influenzata dei mille fonemi della Livorno ebraica. Ancora meno quelli che hanno provato a comporre brani per l’arte. Tra questi spicca Guido Bedarida, sonettista che si firmava con lo pseudonimo di Eliezer Ben David. Ma il suo è un caso più unico che raro. “Eppure il bagitto è ovunque” dice Matteo. Una prova? “Quando a Livorno si vuol prendere in giro qualcuno gli si dice che è un bobo”. Per i profani di cose labroniche l’equivalente non livornese di bobo è il termine “scemo”. E questo è solo uno dei tanti esempi di come il bagitto sia inevitabilmente parte dell’anima più profonda e colorita della città. Espressioni di derivazione bagitta ancora diffuse (specie tra i banchi del centralissimo mercato Buontalenti) sono state recentemente recuperate e catalogate, dopo anni di interviste ai grandi vecchi della Comunità ebraica, dal ricercatore Alessandro Orfano nel suo archivio sonoro, realizzato con il contributo dell’UCEI, Colsi il bagitto quando si spargeva. Un lavoro da amanuense della Memoria, quello di Orfano, che propone numerosi file audio affiancati a un ricco glossario. Inevitabilmente è stata proprio la sua opera a spingere Scarpettini verso questa nuova avventura: “Niente da dire. Alessandro ha fatto proprio un gran lavoro. Il suo dvd sarà per me un punto di riferimento assolutamente essenziale”.

Italia Ebraica, giugno 2011