Orfanotrofio di Pinsk. Contribuire per salvare il futuro
La situazione è ormai precipitata. Le scorte sono quasi inesistenti: non ci sono più nemmeno zucchero o sale. La piccola comunità ebraica di Pinsk e soprattutto i bimbi dell’orfanotrofio e gli anziani rischiano di fare la fame. L’allarme è stato lanciato da rav Moshe Fima di Yad Israel, organizzazione che da anni si occupa dell’ebraismo in Bielorussia, realtà dove la numerosa componente ebraica è stata distrutta dalla Shoah. A raccogliere l’appello alla solidarietà di rav Fima era stata, già alcuni anni fa, la Comunità ebraica di Trieste che su sollecitazione di Mila Nortman aveva offerto una vacanza in Italia a un gruppo di 50 ragazze (nella foto). Un impegno generoso che si era ripetuto, nel 2008, grazie all’Ose. Grazie alla figlia Hannah, volontaria all’orfanotrofio di Pinsk, Mila ha vissuto la situazione di grande povertà di quei bambini. “In sette anni – racconta – rav Moshe Fima ha fondato una scuola per ragazzi e ragazze, un asilo nido, una yeshivah e ha riunito i vecchi. Si è recato di persona in tutti gli orfanotrofi bielorussi per cercare bambini di mamma ebrea e ora gli sta dando un’educazione e un futuro”. La piccola comunità di Pinsk, che conta oggi 300 persone, è però ormai ridotta allo stremo. La crisi economica e politica che attanagliano il paese lasciano intravvedere gli scenari peggiori. La Comunità ebraica di Trieste aprirà a breve un conto corrente per raccogliere fondi che sarà comunicato anche su queste pagine. Chi vuole contribuire può intanto mettersi in contatto con info@triestebraica.it
Italia Ebraica, luglio 2011