Il dialogo non è un pranzo di gala…
Parafrasando un celebre detto, potremmo affermare che «il dialogo non è una pranzo di gala». È bene partire da qui, se vogliamo tornare sulla piccola polemica tra giovani ebrei e giovani musulmani. Bene ha fatto Daniele Regard, il presidente dell’Ugei, a interrompere momentaneamente il dialogo con i colleghi islamici, rei di aver postato su youtube un video offensivo, e anche un po’ cialtronesco, sullo stato d’Israele.
Ma questo incidente dovrebbe farci pentire di ciò che negli anni abbiamo costruito? Dovremmo rammaricarci, come attivisti delle comunità ebraiche, per aver tessuto, negli anni di militanza nei movimenti giovanili, una rete di relazioni con i nostri omologhi della comunità musulmana, cercando di contribuire a una società più giusta e con meno odio? Penso proprio di no. Ritengo che fu una buona scelta, e che questa convinzione si nutre anche della dura presa di posizione di Regard e dell’Ugei.
Come in ogni confronto vero, infatti, non eravamo ciechi e sprovveduti. Sapevamo, e sappiamo anche oggi, che il rapporto tra ebrei e musulmani non è una cosa semplice. Che molti argomenti ci dividono e ci divideranno, in primis la questione mediorientale. Ma eravamo e siamo consapevoli che non esiste un’alternativa, non esiste un località dorata – chessò? una piccola repubblica sulla dorsale appenninica, simile a quella caduca istituita dai no-Tav – dove gli ebrei italiani possono vivere evitando i musulmani, o i credenti di altre confessioni, coltivando un’intransigenza autosufficiente.
Insomma, era giusto arrabbiarsi per il video, e arrabbiarsi molto. È un passo indietro, e me ne dispiaccio. Può essere che gli interlocutori non siano quelli giusti, perché le idee, anche quelle buone, possono trovarsi a camminare sul paio di gambe sbagliate. Ma, per favore, risparmiateci il bla bla becero, incanutito e incattivito sul buonismo, sul Sessantotto e sul politically correct!
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas