Moshè…

Nella parashà di Chukkàt viene ricordato il cosiddetto peccato di Moshè. Moshè batte la roccia da cui sgorgherà l’acqua e viene condannato a non entrare in Terra d’Israele. Non è affatto chiaro quale sia la colpa. Ci sono molte interpretazioni. L’elemento comune alle varie interpretazioni (Ramban, Sforno) è che Moshè enfatizzerebbe troppo il suo ruolo nel miracolo rispetto a quello di Dio. Si racconta che un giorno un chassìd si ammalò e andò dal suo rav a chiedere di pregare per lui. Però poi, per maggiore sicurezza, si rivolse anche a un altro rav. Il chassìd guarì ma non sapeva quale preghiera fosse stata efficace, chi avesse compiuto il miracolo. Si rivolse di nuovo al primo rav e glielo chiese. Questi gli rispose: in realtà il miracolo l’ha compiuto Dio ma Dio non ha chassidìm.

Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano