La parità delle stanchezze

Il Tizio fuoriesce dalla scatola che lo ha sigillato per tutto il giorno come un parallelepipedo che gravasse invisibile ma umidamente tangibile intorno a lui, mentre il corpo diveniva una tubazione di liquidi all’inizio freschi, poi freddi e da ultimo esplicitamente ghiacci. Adesso che sono le sette della sera, si alza un refrigerante sospiro dell’aria, un colpo di fortuna dovuto al biliardo delle correnti. Deliziato, il Tizio scoppia a ridere nell’appartamento deserto. La tenda della finestra di cucina si solleva e ricade morbida. Neanche fosse Sam Spade alla scrivania dell’ufficio di detective, il Tizio della Sera alza le gambe e invece di piazzarle sulla scrivania, appoggia i piedi sul davanzale che dà su via del Rombo. C’è una cosa che ristagna nella sua mente da ieri sera, quando ha visto il dvd di un film israeliano di qualche anno fa e si sente sollevato come prima per quel colpo di corrente – perché? Il film si chiama “Camminando sull’acqua”, e se uno non può andare al mare, il titolo è una consolazione, per questo aveva deciso di guardarlo. Dunque. Un giovane e solitario agente del Mossad, in grave crisi esistenziale dopo il suicidio della moglie, un uomo che non può piangere dato che gli occhi non sono in grado di lacrimare per una certa malattia, quest’uomo riceve l‘ordine di controllare due ragazzi tedeschi in un kibbuz. Una sorella e un fratello. Il fratello è andato a trovare la sorella che da tempo risiede in Israele, controllata dai servizi segreti israeliani perché è la nipote di un vecchio nazista, ricercato dalla fine della guerra. Giunto al kibbuz, il fratello vorrebbe convincere la sorella ad andare a Berlino per il compleanno del padre, con il quale c’è una tensione perenne. Motivo mai emerso ufficialmente, il passato nazista del nonno, le cui stragi in un’intera regione della Germania sono state loro tenute nascoste, anche se la ragazza le ha ugualmente scoperte. Lo spigoloso agente del Mossad spia le conversazioni dei fratelli e riceve il compito di eliminare il vecchio che a quanto pare è ancora vivo. Tra l‘agente israeliano e il ragazzo tedesco, delicato e gay, nasce un’amicizia che non è di ordine sessuale, ma non per questo è meno inedita essendo in questo caso l’imbarazzo dovuto al fatto di essere tedeschi ed ebrei; e quando l’uomo del Mossad arriva in Germania e si reca in casa dei due fratelli con il compito di eliminare il vecchio nazista, non ce la fa ad eseguire l’ordine – la solita iniezione letale. Alle sue spalle, il nipote del nazista vede l’amico ritrarsi e decide di agire. In una calma irreale, va al capezzale del nonno e chiude la bombola dell’ossigeno – lo spenge come se spengesse una pendenza soffocante, e la vita di milioni di persone potesse riprendere la corsa interrotta con un solo gesto lieve che non assomiglia alla morte ma alla conclusione di una vertenza. Il film si libra un’inspiegabile parità di angosce fra i due giovani, eredi della Shoah per opposti motivi. Morto il nazista, dalla stanza è scomparso il nazismo: ora i due uomini si riconoscono, e forse anche i due popoli. Deve essere questo che porta alla pace, pensa il Tizio, la parità delle stanchezze. E allora, quando è che saremo stanchi?

Il Tizio della Sera