rivendicazioni…

Dopo una primavera araba abbiamo, dunque, un’estate israeliana, con migliaia di giovani che scendono in piazza chiedendo, così come avviene in Europa, maggiore giustizia sociale; dall’abbassamento del prezzo degli affitti, agli “aiuti per i pannolini”. Inutile cedere alla retorica che vede nelle piazze arabe e in quelle israeliane movimenti generazionali mossi da medesime esigenze e non più da vecchi rancori. La difficoltà della relazione c’è e forte e, a mio parere, affonda le radici in orizzonti culturali e politici profondamente diversi. Ciò non toglie, così come ci insegna la Torah (Br 25, 9), che si possano individuare formule di convivenza e che stati d’animo comuni possano favorire degli incontri. Ammetto che da tifoso di calcio, non vorrei più vedere Israele partecipare alle qualificazioni dei campionati europei, cosa che mi è sempre apparsa come segno di un fallimento politico. In questo modo, avrà anche qualche possibilità in più di vittoria, perché, in quel settore, la distanza dagli standard occidentali è ancora grande assai…

Davide Assael, ricercatore