ebraico…

Ai tempi del Talmud l’ebraico era poco conosciuto e la lingua corrente era l’aramaico, per cui si leggeva la Torà in ebraico e un traduttore la rendeva in aramaico verso per verso. C’erano delle regole precise da rispettare: il traduttore non poteva cominciare a parlare prima del lettore e il lettore prima che finisse il traduttore; il lettore non doveva dare suggerimenti in aramaico, perché non si pensasse che quelle parole erano parte del testo originale; i livelli delle voci dovevano essere uguali. Oggi non si traduce più in aramaico perché lo si capirebbe meno dell’ebraico, né si traduce in altre lingue che benché più comprensibili non hanno lo stesso livello di sacralità e di ispirazione delle versioni antiche aramaiche. Resta l’avvertimento principale: la traduzione è utile e necessaria, ma non va mai confusa con l’originale.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma