Il bilancio, la bilancia

Il Tizio della Sera scuote la testa, dubita anche di sé stesso. Ogni volta che un regime scatena la sua violenza e poi si accende una rivolta, e la rivolta stenta, e i rivoltosi chiedono aiuto, succede che si renda per così dire necessario il nostro intervento, e così se non è troppo pericoloso per noi, interveniamo: che discorsi, in Cina non interverremmo mai, mica siamo scemi. Se no, di solito, guardiamo il telegiornale e, baldanzosamente, siamo tutti d’accordo – anche il Tizio. Poi ci sono i morti, ci si abitua ai morti e poi dei morti non ne parla più nessuno dato che si è passati ad un’altra notizia – è la legge dello spettacolo: nessuno trasmette per anni un telefilm di successo, e neanche un telegiornale di successo. Ora spuntano con stupore i cinquantamila morti in Libia, le fosse comuni, decine di migliaia di detenuti di cui non si ha notizia come se non fossero mai esistiti – ma non è una novità, anche da vivi non facevano notizia. Insomma, c’è stata un’altra guerra e così, cinquanta morti qui, venti là, alla fine sono diventati cinquantamila. Incongrua, inaccettata matematica: come se dato che avevamo mandato una forza di pace, il risultato potessero essere cioccolatini. Invece, ci sono cinquantamila morti. Non solo, tu prendi i figli del dittatore, chissà che persone sono oppure erano (non sappiamo se siano davvero vivi o davvero morti), o prendi il dittatore, che tra parentesi non si lascia prendere: ecco, quando senti che sarebbe morto un suo figlio, hai pena – perché sei padre, sei madre, sei figlio. Adesso tocca a lui, e hai pena per un uomo sul punto di essere linciato. Anche se hai saputo che violentava le donne della scorta. Prima non sopportavamo, e ci mancherebbe, la ferocia del suo arbitrio, il despotismo, la vanità manicomiale, la grande tenda a Roma e le hostess, era un mostro ma adesso non riusciamo a sopportare la nostra famosa giustizia. La guerra non è adeguata. L’altro giorno, era la fine del telegiornale, la speaker ha detto che ora in Libia si contano cinquantamila morti. Poi ha appoggiato i fogli sul tavolo, ha sorriso e ha cordialmente augurato felice serata a tutti. Dalla Libia, i morti delle fosse comuni, quelli uccisi dai bombardamenti, le decine di migliaia di scannati e scomparsi non hanno risposto. E neanche gli sfollati, i senza tetto, gli orfani. Un gigantesco silenzio. Bisognerebbe che la guerra finisse e la sua perniciosa illusione.

Il Tizio della Sera