Odio di sé

Shamai Leibowitz è il traduttore arrolato dall’Fbi per spiare le comunicazioni dell’ambasciata israeliana a Washington. Per anni ha ascoltato e trascitto conversazioni pubbliche e private. Numerosi ebrei americani sono finiti nelle carte dell’indagine perché discutevano di vicende come donazioni di fondi, viaggi in Israele e celebrazioni di feste ebraiche. Shamai Leibowitz è un ex avvocato israeliano, cittadino anche americano, che ha avuto fra i suoi assistiti il palestinese Mustafà Barghouti, sostenitore della lotta armata contro lo Stato ebraico. Leibowitz ora è agli arresti per aver rivelato a un blogger israeloamericano di Seattle alcuni dei contenuti intercettati. Quando durante il processo a Washington gli è stato chiesto il perché delle sue azioni, la risposta è stata che voleva “impedire a Israele di bombardare l’Iran” e “porre fine alle pressioni di Israele sul Congresso”. Per questo ha aiutato l’Fbi, per questo ha passato le informazioni al blogger al fine di divulgarle il più possibile e per questo è finito in cella. Quale migliore esempio dell’odio di sé?

Maurizio Molinari, giornalista