11 settembre – Chi ha vinto

Visto da New York, sul terreno e attraverso i media, l’anniversario dell’11 settembre ricorda da vicino la commemorazione di Yom Hashoah in Israele. Scorrono sugli schermi le immagini e i nomi delle vittime, persone ricordano i loro cari, testimoni rievocano i loro ricordi, i politici dicono cose edificanti sul luogo del nuovo memoriale. Il messaggio predominante: oggi siamo più forti. Qualche acuto analista dirà certo che gli americani strumentalizzano quello che loro chiamano 9/11 per giustificare le loro proprie azioni. Ma proviamo a chiederci che cosa è cambiato in questi dieci anni dalla spettacolare distruzione delle torri gemelle del World Trade Center – uno dei simboli della società capitalista occidentale. Non è solo l’immagine, è l’intera posizione globale degli Stati Uniti che è stata ferita e indebolita strategicamente. La reazione militare (emotiva) in Irak e (più razionale) in Afghanistan ha sortito risultati parziali e poco decisivi, mentre il fondamentalismo e il terrorismo di ispirazione islamica sembrano più vivi che mai. I forti costi militari hanno appesantito l’economia americana che sta oggi lontanissimo dalla prosperità dove si trovava, per fare un confronto, dieci anni dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor. L’aggiunta decisiva di inauditi errori di teoria e di gestione economica ha indebolito enormemente la posizione egemone della potenza americana, la cui persistente debolezza ha a sua volta trascinato nel gorgo l’economia europea. Se Osama Ben Laden intendeva infliggere un colpo mortale all’America satanica e all’occidente cristiano, lassú nei cieli, o laggiú negli inferi, si sta certo strofinando le mani. È lui il vero vincitore dell’11 settembre.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme