Qui Livorno – Un anno per la concordia
Nei “giorni terribili” che intercorrono tra Rosh ha-Shanà e Kippur l’Ebreo deve concentrarsi nella preghiera. “Prendete con voi parole, tornate al Signore …” esorta il Profeta perchè solo da Lui ” … l’orfano ottiene misericordia”. Ed il Signore certamente risponderà favorevolmente a chi, orfano della Sua grazia, a Lui si rivolge per perdono e aiuto. E infatti – dice il Signore: “Guarirò la loro ribellione, li amerò generosamente, perchè la mia ira si è ritirata da lui”. Queste parole del Profeta Osea vogliono significare molto di più di quanto sembrerebbe ad una prima lettura. Infatti il Profeta passa nella stessa frase dal plurale al singolare come per indicare che la preghiera deve provenire da tutti, da tutto il popolo che così diviene come un singolo individuo. Occorre riflettere su questo punto: il concetto di unità del popolo ebraico e quindi la responsabilità che grava su tutti e su ognuno di noi per le colpe che riteniamo di altri è sempre stato presente nelle scritture e nei nostri Maestri. Noi con la preghiera purifichiamo la nostra anima, ma anche quella del nostro fratello. Per questo occorre che la concordia regni fra noi, che ci accostiamo alla preghiera con animo scevro da rancori e pregiudizi, che lavoriamo insieme per il progresso del Popolo Ebraico e per la pace e la sicurezza dello Stato di Israele.
Solo con la concordia il Signore ci aiuterà.
Samuel Zarrugh, presidente della Comunità ebraica di Livorno