shofar…

Qualche volta trovare uno shofar che emetta un suono speciale come quello a cui siamo abituati in Italia è molto difficile. Dobbiamo conservare con attenzione quelli che abbiamo. Ma se si bucano, come può spesso accadere, che si fa? La risposta è che si possono riparare, purché si rispettino tre condizioni (Shulchan ‘Arukh, O. CH. 586:7): che il materiale che chiude il buco sia lo stesso dello shofar, che il suono torni ad essere come era prima e che comunque sia rimasta integra la maggior parte dello strumento. Sotto a queste regole c’è anche una base simbolica, perché lo shofàr rappresenta l’essere umano (Adamo era un mucchio di terra nel quale fu insufflato lo spirito divino, come lo shofar è materia nella quale si soffia), e più in generale può rappresentare un insieme vivente, come potrebbe essere Israele. Che se si “buca” non funziona più come prima. Lo si può riparare, ma osservando delle precise condizioni, altrimenti non è più valido: che non si usi materiale artificiale, che funzioni come prima e che vi sia comunque una maggioranza integra.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma