fedeltà…

Nella cantica intonata da Moshè ed insegnata in punto di morte al popolo, compare un verso introduttivo: “Quando proclamerò il Nome del Signore, riconoscerete grandezza al nostro D.o”. I Maestri ne ricavano che quando si sente una Berakhà (la proclamazione del Nome del Signore), bisogna rispondere “Amèn”. Questa parola non solo significa “così è”, ossia “è vero”, ma è anche l’acronimo di “E-l Mélekh Neemàn” (D.o, Re costante), e come valore numerico assomma quello del Nome tetragrammato con quello del suo sostitutivo. Tanto è importante la parola “Amèn” che la definizione biblica di Israele come “shomèr emunìm” (che mantiene la fedeltà) viene letta dai Maestri come “shomèr Amenìm” (che mantiene l’uso di dire “Amèn”), ad indicare che che un Amèn detto con convinzione è testimonianza di fedeltà a Ha-Qadòsh Barùkh Hu.

Elia Richetti, presidente Assemblea rabbinica italiana