Gli auguri che ci facciamo
Siamo oramai giunti alla fine dell’anno ed all’inizio di un nuovo ciclo che si aprirà questa sera con le Tefilloth di Rosh ha-Shanà. Lo scambio di auguri che ci rivolgiamo e che ci propiziamo è già iniziato da qualche giorno, e nel riflettere proprio su questi auguri che ci rivolgiamo ogni anno in modo ripetitivo e spesso senza neanche riflettere sul significato di questi auguri ho fatto una considerazione. Sentiamo dire spesso:“che questo nuovo anno sia buono dall’inizio alla fine, che abbia solo momenti di gioia e di prosperità”. Ma questo come ben sappiamo è impossibile, forse nel mondo futuro, ma qui in questo mondo in questa realtà non è possibile. Questo perché noi come esseri umani veniamo mandati dal nostro Creatore in questo mondo per crescere ed evolverci spiritualmente, e questo può avvenire solamente venendo messi alla prova, con le difficoltà della vita quotidiana. E allora ci dobbiamo domandare che tipo di auguri dovremo rivolgerci in questi momenti di grande riflessione. Secondo me l’augurio che dovremmo rivolgerci è il seguente: che Dio ci dia la forza fisica e spirituale per superare tutte le prove e le difficoltà del nuovo anno affrontandole con serenità coraggio e stabilità, e che queste siano per noi un mezzo per crescere ed evolverci sia sul piano materiale sia su quello spirituale.
Tichklè Shanà vekilelotea, Tachèl Shanà uvirkotèa. Termini l’anno con le sue maledizioni, inizi l’anno con le sue benedizioni.
David Sciunnach, rabbino