Qui Torino – Un anno per meditare sul passato e costruire il futuro

Rosh HaShanà indica la conclusione di un anno e anticipa quello nuovo. Che cosa ci rallegra in questa festa? La fine dell’anno e l’addio da esso oppure l’inizio di un anno nuovo? A Rosh HaShanà noi colleghiamo l’anno passato, il bene, le attività e le azioni racchiuse in esso con l’anno in arrivo, colmo di sfide, aspettative e novità. Rosh HaShanà simboleggia per noi il compimento di un percorso ma soprattutto l’inizio di un nuovo processo che continua fino al capodanno seguente, haba alenu le tovà. Nei giorni della festa meditiamo sulle azioni passate e dedichiamo un pensiero al futuro, giacché sta scritto “tutto segue il principio, ovvero il capo”. Ci auguriamo in questi giorni, che ci conducono a Rosh Hashanà, di beneficiare del privilegio e della possibilità di imparare dal passato e meditare sul futuro. Di approfondire le nostre radici nella storia del popolo ebraico e trarre da essa ispirazione per il lavoro futuro nelle comunità italiane; un impegno che nasca dal pensiero profondo e da una speciale attenzione per ogni singolo ebreo. Shanà Tovà, Ketivà vakhatimà tovà a tutte le comunità in Italia, a tutte le famiglie e ad ogni ebreo.

Rav Eliahu Birnbaum, rabbino capo di Torino