Qui Washington – Young professionals
C’è una cosa che mi colpisce sempre vagando per le sinagoghe di Washington: l’età media delle persone intorno a me. Pochi anziani, pochi bambini. Ma tanti, tantissimi giovani. Rabbini, presidenti e “boards” (consigli) delle suddette sinagoghe lo sanno bene, e così non stupisce che gli eventi più in voga siano quelli rivolti ai “young professionals”.
Cene, pranzi, lezioni, e appuntamenti di ogni tipo per ventenni e trentenni che popolano la città, arrivati da tutti gli Stati Uniti, e di tanto in tanto anche dal resto del mondo, per lavorare o studiare nella capitale. Già perché, pur nel mezzo di questa crisi economica che oggi morde anche quel gruppo di giovani “educated” che fino a qualche anno fa trovavano lavoro come ridere, l’ombra della Casa bianca offre ancora moltissime opportunità.
Le sinagoga ci tengono ad accaparrarsi le facce nuove in giro per la capitale, così ogni autunno si ripete il rito degli Shabbaton di benvenuto. Spesso in queste occasioni durante il pasto sei costretto ad alzarti e presentarti, raccontando chi sei, da dove vieni e perché ti trovi a DC. E c’è una cosa di cui possiamo essere soddisfatti: dichiararsi italiani in questo contesto suscita sempre un “ooohhh” di ammirazione e interesse, soprattutto tra due categorie di persone, i fortunati che hanno avuto la possibilità di provare i ristoranti kasher di Roma e quelli che non erano consapevoli dell’esistenza di una comunità ebraica italiana.
Tra gli young professionals in giro, la metà lavora in qualcosa che ha a che fare con la politica e le relazioni internazionali, l’altra metà è costituita da avvocati, il che permette il fatto che le conversazioni “serie” a tavola durino delle ore.
Tra la popolazione del tipico shul washingtoniano non mancano poi le giovani coppie, uscite fresche dal college, o magari ancora impegnate negli studi.
Ma insomma, famiglie, anziani e bambini dove si nascondono? Semplice, nei sobborghi. In Maryland, in Virginia. Dove il costo della vita è meno proibitivo ed è anche più facile avere a disposizione tutto il necessario per una vita ebraica, prima di tutto il cibo kasher. Perché in centro, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare non è così ovvio. In realtà, anzi, i negozi kasher sono più numerosi a Milano. Ma questa è un’altra storia all’ombra della Casa bianca.
Rossella Tercatin