sicurezza…

Alla fine del libro di Giona, che abbiamo letto nel pomeriggio di Kippùr, si fa menzione di una Sukkà all’ombra della quale lo stravagante profeta si ripara dal sole. Ma all’alba, quando si sveglia, Giona si accorge che un verme ha roso il ricino della capanna e la cosa gli procura grande disperazione. La storia del ricino, evocata a Kippur, deve insegnare a Giona, e a tutti noi, a confrontarsi con la caducità e la precarietà della vita, tema forte di Sukkot. Giona avrebbe ricevuto la chiamata profetica proprio durante la festa di Sukkòt, momento in cui ogni ebreo deve misurarsi con l’ombra della Sukkà, Tzel, che rappresenta sia l’immagine di Dio, sia la parte oscura ed inconscia di ognuno di noi. Nel breve periodo che va da Kippùr a Sukkòt ci predisponiamo a un Tempo di Gioia che puo scaturire soltanto dalla coscienza che le nostre vite sono caratterizzate da imprevisti e da incognite e che un tetto di frasche puo offrirci piu sicurezza di un tetto di cemento.

Roberto Della Rocca, rabbino