Il ritorno dei marrani

Il primo giorno di Sukkot, ho avuto il piacere di fare la mizva di Ushpizin con un ospite particolare: una giovane ragazza spagnola che vive a Yerushalaim e a breve farà il suo ghiur o forse più correttamente un ghiur humrà. Tina questo il suo nome, discende da una famiglia di marrani, io e la mia famiglia siamo stati affascinati a ascoltare i racconti riguardo le usanze dei marrani in Spagna e di come per oltre cinque secoli abbiano tenuto accesa la fiamma dell’ebraismo nonostante il contesto ostile. Sempre più spesso, sulla stampa ebraica si parla del fenomeno delle comunità marrane presenti nel sud d’Italia, l’UCEI ha recentemente incaricato rav Gadi Piperno responsabile per le attività nel meridione, devo ammettere di non aver capito l’importanza di ciò che sta succedendo, ho visto questo fenomeno con gli occhi disinteressati con cui guardo alle manifestazioni culturali in cui si racconta di quanto bella era la comunità ebraica di Roccacannuccia, di quanti ebrei abitavano nel piccolo comune, e di come ora facciamo una bella manifestazione culturale nel luogo in cui cento anni fa c’era una sinagoga …. Sostanzialmente quanto sono belli gli ebrei che c’erano e oggi non ci sono più! Ma il caso delle comunità marrane è ben diverso, mia moglie ha chiesto a Tina per quale motivo stia facendo tutto ciò la risposta è stata splendida: per me l’ebraismo non è un fatto culturale è un fatto religioso; a Tina non basta sapere cosa faceva suo nonno, a Lei interessa vivere la Torà e Mizvot ora e per se stessa, per avere una famiglia ebraica che guardi al futuro e non al passato.
Le sue sagge parole mi sono sembrate un ottimo programma per l’UCEI, nel meridione non vi sono ex comunità, non vi sono luoghi abbandonati in cui fare sterili manifestazioni per incontrare i politici locali, il meridione non deve diventare l’ennesimo luogo in cui mettere la bandierina della ex presenza ebraica; nel meridione vi sono nostri fratelli a cui la violenza della storia ha impedito di poter vivere il proprio ebraismo, occupiamoci di queste persone che sono vive e chiedono di poter tornare all’interno del popolo ebraico, offriamo loro mezzi e persone – a Rav Gadi Piperno auguro brachà ve hazlahà – affinché come da sempre e per sempre l’antisemitismo di chi ci vuole morti nel corpo e nell’anima venga sconfitto dall’avat Israel, ognuno di noi deve sentire che all’ebraismo italiano manca la grande Comunità di quegli ebrei a cui temporaneamente è stato impedito di essere tali.
Quando ero bambino, a scuola ci insegnavano che con l’arrivo del Mashiach sarebbero tornate le dieci tribù disperse, io immaginavo segrete comunità che in isole sperdute dell’Oceano Pacifico, praticassero le mizvot …… La realtà è molto più vicina a noi , speriamo che presto ricostruiremo la Sukka di David che sta cadendo, insieme a nostri fratelli a cui potremo dire dal profondo del cuore, bentornati in famiglia dopo cinque secoli di assenza.

Michele Steindler