Shalit – “Libero un cittadino di Roma”

“E’ stato liberato un cittadino romano ed oggi alle 14 sulla Piazza del Campidoglio ci vedremo, insieme al sindaco e alle altre autorità, compreso il ministro Frattini, per una cerimonia di ringraziamento. Toglieremo la foto di Gilad che a lungo è stata esposta come testimonianza della solidarietà del popolo romano con il soldato israeliano cittadino onorario”. E’ il commento di Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, inseguito all’avvenuta liberazione di Shalit, annunciando di volerlo invitare presto a Roma, insieme al padre Noam. “Oggi finalmente – aggiunge il presidente – leverò il braccialetto giallo che da tre anni porto al polso come impegno per la sua liberazione”. Pacifici ha inoltre rivelato che il padre di Shalit ha avuto ieri un colloquio telefonico con Alemanno ringraziandolo per quanto Roma e l’intera città hanno fatto per suo figlio. “Voglio precisare – spiega – che se il merito va ad Alemanno, é anche vero che è stato l’intero consiglio comunale senza distinzioni di parte a votare a favore della cittadinanza onoraria. Questo a testimonianza di un sentire comune. In questo momento di gioia, dobbiamo rivolgere un commosso e rispettoso abbraccio ai familiari delle vittime del terrorismo. Lo dico come figlio di una vittima del terrorismo palestinese, di quell’attentato che nell’ottobre del ’92 colpi’ la sinagoga e nel quale fu ucciso Gay Taché”. A questo proposito Pacifici ricorda che uno degli attentatori, Al Zomar, é ancora libero, “ma se mi chiedessero, una volta preso, di liberarlo in cambio della vita di un uomo, lo farei. E’ la stessa cosa che ha fatto Israele liberando 1027 terroristi in carcere, tra i quali alcuni rei di attentati gravissimi. E tra questi c’é anche il cecchino che vigliaccamente uccise anni fa un altro cittadino romano: Yochai Di Porto Porat, un operatore sanitario della Croce Rossa israeliana. Il valore della vita non ha prezzo come ricorda il Talmud: chi salva una vita salva il mondo intero. E questo è avvenuto in israele non solo con una valutazione politica e basta, ma con una sentenza della Corte Suprema che ha preso in esame, prima della decisione finale, i ricorsi presentati dalle vittime degli attentatori che dovevano essere liberati. Questa è Israele”. “Mi auguro che dietro questo inatteso accordo – conclude Pacifici – ci possa essere qualcosa di ancora più grande: la strada di una pace tra Israele e i suoi vicini arabi”.