Nel canto di Hosha’anà un pensiero a Gilad
È stata una cerimonia di Hosha’anà Rabbà molto sentita quella che ha raccolto la Comunità ebraica di Roma. In particolare dopo il discorso del rabbino capo rav Riccardo Di Segni che, dalla tevà del Tempio Maggiore, ha ricordato come il termine di questi moadim si associ alla gioia per la liberazione di Gilad Shalit, il soldato dell’esercito israeliano tornato a casa dopo quasi duemila giorni di prigionia nelle mani dei miliziani di Hamas. Un evento straordinario festeggiato anche al Campidoglio con una manifestazione che ha radunato ieri pomeriggio oltre un migliaio di persone entusiaste assieme a numerosi rappresentanti delle istituzioni pubbliche ed ebraiche. Nel Tempio Maggiore, gremito di persone che agitavano i lulavim al canto di Hosha’anà, il pensiero di tutta la Comunità è andato a quel ragazzo dal viso sciupato e pallido, ma sorridente che finalmente questa sera potrà riunirsi, dopo cinque lunghi anni, a tavola con i suoi cari, nella speranza che nessuna famiglia di Israele sia più privata di questa gioia in futuro.
Lucilla Efrati