Una scuola per la nuova leadership
È un grande progetto, destinato a formare la nuova leadership e gli operatori comunitari dell’Italia ebraica, a dare il via alle attività del neonato Centro studi e formazione del dipartimento Educazione e Cultura (Dec). La struttura decentrata dell’UCEI che come da istanza dell’ultimo congresso da poco si è insediata a Milano, mette infatti in campo un articolato programma di incontri, seminari e approfondimenti che attraverserà il Paese. Obiettivo, costruire un network di professionali comunitari preparati e al passo con le sfide dei tempi: capaci di gestire e di vivere le Comunità secondo i modelli più aggiornati, di amministrare in modo adeguato la comunicazione con la società e di lavorare in costante contatto sia con i colleghi delle altre realtà comunitarie sia con la struttura centrale. Ma l’iniziativa del Centro di studi e formazione del Dec non si esaurisce qui e punta a coinvolgere un pubblico più ampio attraverso una proposta culturale che richiamerà relatori di fama. Il progetto formativo prevede cinque moduli che si snoderanno in cinque Comunità: il 30 e il 31 ottobre a Milano; il 20 e 21 novembre a Trieste; il 6 e l’8 dicembre a Napoli; il 15 e 16 gennaio a Torino e il 18 e 19 marzo a Firenze. Attraverso queste tappe i docenti del Centro, scelti, sia in Italia sia all’estero, tra accademici, rabbini,programmatori e formatori altamente motivati e preparati, affronteranno con i leader comunitari, i giovani leader, gli operatori e i rabbanim alcune tematiche di stretta attualità per il mondo ebraico.
Attraverso una serie di incontri mirati alle singole fasce d’interesse si tratterà dunque di Community Management, di comunicazione e di mediazione dei conflitti comunitari (tra i docenti Dan Wiesenfeld, Daniel Segre, Elio Limentani, Dani Fishman) entrando dunque nel vivo di ciò che comporta oggi la gestione della cosa comunitaria, il suo rapporto con la società civile e i suoi equilibri interni. In parallelo saranno coinvolti, con un programma ad hoc, i direttori e gli insegnanti delle scuole mentre l’intera Comunità potrà partecipare agli incontri culturali che coroneranno il modulo.
La scelta degli argomenti su cui è incardinato il programma nasce dal desiderio di superare gli schemi fissi e spesso superati su cui si basa parte dell’attività comunitaria e di andare in direzione di un modello capace di sopravvivere e di avere successo nei prossimi trent’anni.
Il primo obiettivo è dunque quello di definire nuove strutture e nuovi approcci pratici che consentano di svolgere le proprie funzioni in maniera efficace, moderna, pratica ed efficiente. La questione non è semplice perché le Comunità, anche le più piccole, sono affidate a figure diverse con responsabilità e aspettative reciproche. Si tratta di un sistema complesso, per alcuni versi simile a quello di un’impresa che richiede grande chiarezza sui ruoli e sui compiti di ciascuno. Da questo punto di vista uno delle incomprensioni più frequenti riguarda il rapporto tra gli eletti, cui è affidato dagli iscritti un ruolo decisionale e d’indirizzo, e i professionali che svolgono un ruolo organizzativo e gestionale. Ma cosa succede quando chi decide è meno competente del suo esecutore? Quali sono gli approcci per stabilire un equilibrio costruttivo valorizzando le capacità e le competenze di entrambi?
Un aspetto centrale su cui si lavorerà è dunque quello delle risorse umane, nel duplice aspetto della gestione e della motivazione. Il fattore umano è infatti un elemento centrale, che può consentire grandi risultati. Il segreto sta però nella capacità di ascoltare, capire, accompagnare e motivare le persone coinvolte nella Comunità. Imparare a intervenire su questo fronte, spesso trascurato nella realtà comunitaria, può portare con sé effetti sorprendenti: dall’aumento della produttività al calo dei conflitti. Il segreto è imparare a lavorare in gruppo. Un tema che riguarda in modo particolare i Consigli delle Comunità, composti esclusivamente da volontari che nella capacità di comprendersi e di lavorare bene insieme possono trovare una profonda motivazione e una ragione di successo.
Si parlerà poi di fundraising, il processo di raccolta fondi necessario per superare la perenne tensione tra il costante aumento delle necessità di una Comunità e la diminuzione di fondi a disposizione e di gestione delle decisioni e di trasparenza gestionale.
Un capitolo a sè sarà rappresentato dalla mediazione dei conflitti comunitari. La comprensione delle necessità, prese di posizione, mete e ruoli delle varie persone coinvolte in unprocesso conflittuale è fondamentale per poter arrivare ad una gestione condivisa di una comunità.
La mediazione permette di conoscere e rispettare le varie diversità dei vari gruppi (o singoli) e attraverso un processo sistematico che prevede una comunicazione non violenta, il rispetto dell’altro e la massima trasparenza nel processo decisionale trasformare il conflitto in una opportunità per migliorare e svilupparsi. Si analizzeranno dunque le fonti dei conflitti cercando di definire le ragioni principali che portano una Comunità al conflitto delineando una mappatura delle potenziali crisi. Anche quest’argomento, secondo l’impostazione del progetto, sarà affrontato sotto diverse angolature a seconda dell’uditorio. Nel caso dei rabbanim la mediazione dei conflitti sarà analizzata in particolare sotto l’aspetto dei conflitti familiari che così spesso, soprattutto nel mondo d’oggi, richiedono la capacità d’ascolto e di sostegno di figure preparate di riferimento. La comunicazione sarà invece affrontata nel duplice aspetto di Public speaking e di Mediatraining attraverso una formazione che proporrà le nozioni principali della tecnica di parlare in pubblico e di affrontare le interviste. Malgrado l’esiguità numerica, la comunità ebraica italiana è infatti molto presente sui media. E ogni apparizione o dichiarazione ha ripercussioni profonde, che talvolta possono sfuggire ai diretti interessati. Insomma, comunicare è un’arma a doppio taglio che va dunque compresa bene per essere usata nel migliore dei modi.
Daniela Gross. Pagine Ebraiche, novembre 2011