Oggi e domani
Quando si apre un nuovo fronte, quando si avvia una nuova iniziativa capace di generare un salto di qualità, è possibile distinguere un orizzonte di tre componenti: quelli che d’impulso decidono di cogliere l’opportunità e di vivere l’esperienza da protagonisti; quelli che sulle prime restano in disparte, riservandosi di aggregarsi quando la realtà offrirà chiara dimostrazione che si è avviato un processo irreversibile; coloro infine che non riescono a prendere atto della realtà e preferiscono guardare altrove, perdendo il treno e rinunciando a partecipare.
Il mondo ebraico italiano sta uscendo gradualmente dal torpore che lo ha a lungo caratterizzato. Dopo il forte impegno sul fronte dell’informazione, di cui sono state gettate le basi e raccolti i primi risultati, è ora la stagione del confronto fra realtà diverse (comunità, modelli individuali, progetti di formazione, decentramento, riconquista dell’identità, dialogo, voglia di crescere).
Il progetto di formazione elaborato dal dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha preso ieri le mosse a Milano con la sua prima giornata di lavori e chiude stamani la sua prima fase. Il programma proseguirà nei prossimi mesi toccando altri centri dell’Italia ebraica (Trieste, Napoli, Torino e Firenze). Il primo segmento si sta dimostrando numeroso, attivo, motivato. Il secondo è atteso ai prossimi appuntamenti. Non resta che augurarsi che il terzo, quello di coloro che tendono a restare in disparte, si dimostri il più esiguo possibile.
In ogni caso, oggi e domani, la redazione ci sarà e sarà impegnata su tre fronti: partecipare attivamente ai lavori, svolgere il lavoro giornalistico per raccontarne valore e contenuti, infine garantire in contemporanea la produzione quotidiana.
Vivere e raccontare la nascita di un grande progetto, oggi e domani costituisce sempre un privilegio. Grazie, buon lavoro e un grande Mazal Tov al rav Roberto Della Rocca, che conduce il dipartimento sulla base della nuova politica di decentramento dell’ebraismo italiano, e a tutto il suo staff. Il futuro è difficile e incerto, ma una strada nuova per l’ebraismo italiano è aperta. Guardiamo avanti e mettiamoci in cammino.
gv