…politica

Se l’Europa economica fatica a trovare un accordo sulla gestione della crisi, mi pare che le ultimissime settimane inviino alcuni segnali incoraggianti da parte dell’Europa politica (non parlo dei governi, per carità!). In Svizzera le elezioni registrano una discesa di due punti dell’Udc, il partito xenofobo di estrema destra di Christoph Blocher, che resta comunque la prima forza del Paese. Ed in Ungheria migliaia di persone sono scese in piazza contro la legge che sopprime (perché questo è il termine adatto) la libertà di informazione. Una protesta che si estende anche ad altri aspetti del sempre più autoritario governo di Viktor Orban. Certo, si tratta di piccole consolazioni, che possono, però, indicare un’inversione di tendenza rispetto al dilagare del fenomeno della cosiddetta destra europea che, speriamo, abbia raggiunto il suo culmine nelle stragi norvegesi. Buone notizie anche per gli ebrei europei, a cui mai conviene strizzare l’occhio né a questi partiti né ad alleanze che li comprendono; ne abbiamo avuto un esempio noi in Lombardia due settimane fa. Forse, al di là di ogni considerazione partitica, meno bello è stato vedere il nostro Presidente del Consiglio al convegno di esordio di una nuova forza politica che conta sul contributo attivo dei neofascisti di Saya, che, in una recente intervista alla domanda sulla veridicità della Shoà ha risposto, dopo un “Ma è poi vero?”, che si deve informare perché non ha approfondito il fenomeno.

Davide Assael, ricercatore