La bomba del rapporto

Il rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) pubblicato ieri conferma quanto affermato da Israele già da tempo ossia che è fondato il sospetto che l’Iran stia svolgendo degli esperimenti segreti allo scopo di sviluppare armi nucleari. Si attende ora che gli Stati Uniti e gli altri Paesi del mondo occidentale applichino nei confronti dell’Iran delle sanzioni efficaci tali da indurre il governo iraniano a porre fine alla corsa alla bomba atomica. Ma gli Usa vogliono astenersi da qualsiasi azioni che rischi di limitare le esportazioni di petrolio e di gas dall’Iran, per non darsi la zappa sui piedi. Alcuni esperti osservano che negli ultimi mesi sono stati effettuati importanti ritrovamenti di petrolio e di gas proprio all’interno degli Stati Uniti e del contiguo Canada, come per esempio nella zona di Bakken. A termine gli Stati Uniti potranno liberarsi dalla dipendenza dalle importazioni di petrolio dal Medio Oriente e disporranno di enormi quantità di gas naturale. Ma nel frattempo tali importazioni sono indispensabili. Il ministro israeliano della Difesa, Ehud Barak ha detto e ripetuto ieri che non si prevedono vittime in Israele né decine di migliaia e nemmeno qualche centinaio. Ma la preoccupazione generale sussiste e molti vorrebbero che il governo israeliano prendesse una decisione del tipo dell’incursione sull’Iraq del 1982 contro la pila atomica irachena. I tempi però sono cambiati, molte istallazioni iraniane sono sotterranee e mezzi meno appariscenti come i cosiddetti vermi nei computer si sono dimostrati molto efficaci. Perciò Israele continuerà a richiedere un’azione americana e a utilizzare metodi non vistosi ma efficaci contro l’atomica iraniana.

Sergio Minerbi, diplomatico